IL DIABETE GESTAZIONALE

Braden G. Barnett, MD

2021 mar 03

8 min leggi

Probabilmente ti sei imbattuta in questo articolo per due motivi: ti è stato diagnosticato il diabete gestazionale oppure stai pensando ad una gravidanza e vuoi avere maggiori informazioni e sapere quali precauzioni adottare.

Essendo un periodo molto delicato della vita di una donna, è ovvio che ci si voglia preparare al meglio a questa condizione che, per quanto temporanea, può comportare delle problematiche di varia natura. Andiamo dunque a prendere in esame gli aspetti più importanti di questa patologia.

COS’È IL DIABETE GESTAZIONALE?

Il diabete gestazionale è una tipologia di diabete che colpisce solo le donne in dolce attesa e si manifesta, in alcuni casi, nelle prime fasi della gestazione ma più comunemente nel secondo o terzo trimestre.

Come altre forme di diabete, influisce sulla capacità di regolare i livelli di zucchero nel sangue e si sviluppa quando gli ormoni rilasciati durante la gravidanza influenzano la produzione di insulina da parte del pancreas. Questo meccanismo comporta l’incapacità dell’organismo di soddisfare le aumentate necessità dettate dallo stato gravidico e la possibilità che i valori della glicemia risultino aumentati. 

LE CAUSE DEL DIABETE GESTAZIONALE

Uno screening per il diabete gestazionale è raccomandato in presenza di specifici fattori di rischio e a tutte le donne che presentino anche solo una delle seguenti condizioni:

  • Diabete gestazionale durante un’altra gravidanza
  • Macrosomia del bambino dopo un precedente parto (se il bambino superava i 4,5 kg. di peso)
  • Obesità 
  • Familiarità con parenti di primo grado con il diabete di tipo 2
  • Età superiore ai 34 anni
  • Famiglia originaria di aree ad alta prevalenza di diabete (Asia meridionale, Caraibi, Medio Oriente)
  • Sindrome dell’ovaio policistico.
  • Pregresse malattie del pancreas quali tumori, traumi o rimozione dell’organo, altre malattie che danneggiano indirettamente il pancreas.
  • L’uso prolungato di alcuni farmaci tra cui diuretici, anti-rigetto, trattamenti per la polmonite, l’artrite reumatoide, il lupus, l’asma, la colite ulcerosa e per la riduzione del colesterolo LDL. A questi si aggiungono medicinali per la terapia di problemi di natura psichiatrica.

Trovandosi anche in una sola delle condizioni appena descritte è necessario sottoporsi a regolari esami che comprendano la valutazione della glicemia. Questi parametri sono indicativi della presenza di zucchero nel sangue e sono da considerarsi patologici quando:

  • La glicemia a digiuno è pari o superiore a 92 mg/dL
  • La glicemia a 60 minuti dal pasto è pari o superiore a 180 mg/dL
  • La glicemia a 120 minuti dal pasto è pari o superiore a 153 mg/dL

Esclusa l’eventualità che la gestante sia in terapia perché già affetta da questa patologia prima della gravidanza, i valori del diabete gestazionale appena riportati non devono essere ignorati e devono condurre verso l’inizio dei trattamenti più appropriati. Questo tipo di valutazione deve essere proseguita anche dopo il parto in quanto le donne con diabete gestazionale hanno maggiori probabilità di sviluppare successivamente il diabete di tipo 2. 

I SINTOMI DEL DIABETE GESTAZIONALE

È importante ricordare che, spesso, questa condizione è asintomatica o presenta sintomi lievi che non allarmano la gestante. Come già accennato non sempre appaiono dei segnali evidenti. La maggior parte delle donne scopre di aver sviluppato il diabete gestazionale solo alla fine del secondo trimestre nel momento in cui il ginecologo esegue un esame del sangue per capire se i livelli di zucchero nel sangue sono nella norma.

Nel caso in cui i sintomi si dovessero manifestare, essi sono i tipici segnali che dovrebbero far preoccupare chiunque. Tra questi ricordiamo:

  • Aumento ingiustificato della sete
  • Frequente bisogno di urinare
  • Diminuzione del peso nonostante l’aumento della fame e l’assunzione di pasti regolari
  • Disturbi della vista
  • Infezioni genitali frequenti (cistite, candidosi)
  • Secchezza della bocca e della pelle
  • Sensazione di stanchezza ingiustificata
  • Gonfiore e indolenzimento dei piedi.

Da non sottovalutare, tra i sintomi, anche la nausea e il vomito che potrebbero non essere presi in considerazione come campanelli di allarme, in quanto manifestazione comune delle donne incinte, specialmente nelle prime settimane.

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I RISCHI DEL DIABETE GESTAZIONALE

Nella maggior parte dei casi, le donne con diabete gestazionale, portano a termine la gravidanza senza particolari problemi e partorendo bimbi perfettamente sani. Tuttavia, se non viene trattato adeguatamente può comportare dei rischi e delle complicazioni.

Aumento del peso del feto: l’aumento di zucchero nel sangue della mamma può essere trasferito al feto attraverso la placenta portando, alla nascita, ad un peso del bambino superiore alla norma. Questo comporta un travaglio complicato con maggiore dolore, lacerazioni vaginali, emorragie post-partum fino alla necessità di ricorrere al taglio cesareo, anche per evitare al nascituro il rischio di frattura o distocia della spalla. Inoltre, al momento del parto, il bambino potrebbe avere una crisi ipoglicemica e risentire della brusca diminuzione degli zuccheri nel momento del distacco dal cordone ombelicale, essendo stato abituato per molti mesi a vivere in un ambiente iperglicemico. Un’ultima conseguenza può essere la nascita di un bambino itterico.

Aumento del liquido amniotico: questa condizione, nota con il nome di polidramnios, consiste in una eccessiva quantità di liquido che circonda il bambino nel ventre materno e può portare ad un parto prematuro o a complicazioni durante il parto.

Pre-eclampsia: è una patologia che può svilupparsi durante la gravidanza, a prescindere dal diabete gestazionale ma è più possibile che si manifesti se la gestante ne è affetta. Si tratta di un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna (ipertensione) spesso accompagnata da significativa quantità di proteine nelle urine. Se trascurata la pre-eclampsia può causare nella mamma severi danni agli organi, soprattutto a cervello, reni e fegato. Le conseguenze più gravi nel feto sono, invece, un ritardo della crescita dovuto al malfunzionamento della placenta e la possibilità di un distacco prematuro della stessa con il rischio di un parto pretermine. 

Aborto spontaneo: le donne che sviluppano il diabete gestazionale corrono un pericolo significativamente più elevato di aborto spontaneo rispetto alle donne che non ne sono affette. Il diabete durante la gravidanza presenta delle similitudini comuni anche alla sindrome metabolica e   l’insulinoresistenza, le alterazioni della coagulazione e l’iperglicemia sono alcuni fattori potenzialmente legati sia all’aborto spontaneo che al diabete.

Più rara, invece, l’evenienza della morte del bambino al momento del parto o la nascita di un bimbo già morto.

COME SI CURA IL DIABETE GESTAZIONALE

Nella maggior parte dei casi la gestione del diabete gestazionale non richiede l’uso di farmaci. Ma ciò non significa che non debbano essere seguiti precisi accorgimenti: oltre all’autocontrollo dei livelli glicemici e al monitoraggio dello sviluppo fetale, una dieta adeguata e un programma di esercizio fisico quotidiano sono utili, da soli, a mantenere la glicemia entro i livelli ottimali.

La dieta da seguire in caso di diabete gestazionale è simile a quella che si dovrebbe seguire in una gravidanza normale con la differenza che, nel primo caso, deve aumentare la quantità di proteine. Per poter pianificare la dieta si consiglia di tenere un diario quotidiano su cui annotare cosa si mangia, l’attività fisica svolta e i valori della glicemia. Questa abitudine aiuta il diabetologo a valutare l’assimilazione di glucosio e a dare i consigli più opportuni anche sulla base del principio degli equivalenti. Questo principio si basa sull’assunzione di alimenti con caratteristiche simili che, essendo intercambiabili, consentono alla gestante di avere un’alimentazione più variata.

Tra i cibi da preferire:

  • Le proteine animali: sono necessarie alla crescita del bambino (carni bianche, pollame, pesce, uova, formaggi). Nel caso si sia vegetariani o vegani, è necessario chiedere al medico come rispettare la dieta.
  • Latte, latticini e yogurt: contengono calcio per la crescita delle ossa, proteine, vitamine e sali minerali. In presenza di intolleranza/allergia al lattosio è possibile chiedere al medico la prescrizione di un supplemento che integri quello che non può essere assunto con il latte e i suoi derivati.
  • Carboidrati: si possono assumere sotto forma di pane, riso, patate, pasta e nei cereali prediligendone le forme integrali.
  • Frutta: importante ricarica di sali minerali, vitamine e fibre. Essendo molto importanti soprattutto le vitamine A e C si consiglia l’assunzione di agrumi, meloni, fragole, frutti di bosco, albicocche, pesche, cachi e manghi.
  • Verdura: aggiunge le fibre all’apporto delle vitamine A e C. Sono quindi consigliabili spinaci, asparagi, cavolini di Bruxelles, cavoli, verze, pomodori, rape, carote, verdure verdi, broccoli.

I cibi da evitare:

  • Zucchero e zucchero di canna
  • Dolci come torte, pasticcini, caramelle, merendine e tutti i prodotti industriali simili
  • Frutta sciroppata, candita e mostarde
  • Salse contenenti zuccheri (ad esempio il ketch-up)
  • Cibi fritti e carni grasse, impanate o affumicate e le frattaglie
  • Bevande industriali (cola, aranciata, acqua tonica e simili) anche se dietetiche.
  • Alcol e superalcolici
  • Alimenti crudi o cotti solo esternamente
  • Condimenti grassi (burro, panna). Preferire sempre l’olio extravergine di oliva.

L’acqua deve essere consumata in abbondanza e può essere alternata a tè e tisane usando dolcificanti naturali quali la stevia o i vari tipi di malto.

In aggiunta alla corretta alimentazione è fondamentale svolgere una regolare attività fisica che, oltre ad aiutare a tenersi in forma e preparare alla nascita del bambino, aiuta ad eliminare gli zuccheri in eccesso e favorisce un migliore funzionamento dell’insulina prodotta dall’organismo. Nello scegliere le attività da svolgere tra i 30 e i 60 minuti al giorno sono da preferire gli esercizi aerobici a basso impatto come le passeggiate, il nuoto, la ginnastica acquatica, la cyclette. Il tutto, svolto, ovviamente, con moderazione e senza troppo sforzo. Per avere un aiuto anche psicologico e maggiormente rilassante si possono inserire, nel piano settimanale, anche pilates e yoga. 

Seguendo queste semplici ma fondamentali abitudini la gravidanza ha tutte le migliori chance di proseguire serenamente e di arrivare al momento del parto per potersi finalmente godere l’arrivo della nuova vita. 

Scritto da

Braden G. Barnett, MD

Il dott. Barnett, endocrinologo, è specializzato nel trattamento delle persone che soffrono di diabete. Branett abita a Los Angeles, dove si è laureato alla Scuola di medicina di Keck dell'Università del Sud California.

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