Tutti devono far attenzione per evitare di contrarre il coronavirus che causa COVID-19. Se hai il diabete di tipo 1 o di tipo 2, dovresti essere ancora più cauto. 

In caso di diabete il rischio di contrarre il virus non è più alto di quello di chiunque altro, ma potresti avere più probabilità di complicazioni gravi in caso di malattia. Ciò è particolarmente vero se il tuo diabete non è ben controllato. Dovresti considerare di vaccinarti per ridurre le tue possibilità di contrarre il virus. 

Inoltre, per diminuire le possibilità di contrarre l’infezione è bene: 

● Mantenere il distanziamento dalle altre persone. 

● Avere una buona igiene. 

● Tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue. 

● Preparare un piano in caso di malattia. 


Diabete e Coronavirus 

I primi studi hanno dimostrato che circa il 25% delle persone che si sono recate in ospedale con gravi infezioni da COVID-19 avevano anche il diabete. Le persone con il diabete avevano maggiori probabilità di sviluppare gravi complicazioni e di morire a causa del virus. Uno dei motivi è che la glicemia alta indebolisce il sistema immunitario e lo rende meno in grado di combattere le infezioni. 

Il rischio di avere una grave infezione da coronavirus è ancora più alto se soffri anche di un’altra condizione, come una malattia cardiaca o polmonare. 

Se ti ammali di COVID-19, l’infezione potrebbe metterti a maggior rischio di complicanze del diabete come la chetoacidosi diabetica (DKA). La DKA si verifica quando alti livelli di acidi chiamati chetoni si accumulano nel sangue. Può essere davvero molto seria. Alcune persone che contraggono il coronavirus sviluppano, inoltre, una pericolosa risposta in tutto il corpo, chiamata sepsi. Per trattare la sepsi, i medici devono gestire i livelli di liquidi ed elettroliti del corpo. La DKA ti fa perdere elettroliti, il che può rendere più difficile il controllo della sepsi. 

Suggerimenti per evitare l’infezione da COVID-19 

Il modo migliore per evitare di ammalarsi è vaccinarsi o restare a casa il più possibile. Secondo l’Americans With Disabilities Act, le persone con diabete hanno il diritto a richiedere condizioni agevolate sul lavoro. Ciò include il diritto di lavorare da casa o di prendere un congedo per malattia quando se ne ne ha il bisogno.

Se devi uscire, tieniti ad almeno 1 metro di distanza dalle altre persone e indossa sempre una mascherina. Lavati le mani o usa spesso un disinfettante per le mani quando sei fuori e quando torni a casa. 

Lavati le mani anche prima di misurare la glicemia o fare un’iniezione di insulina. Pulisci prima ogni sito con acqua e sapone o alcool denaturato. 

Per proteggerti, tutti in casa dovrebbero lavarsi le mani spesso, soprattutto prima di cucinare per la famiglia. Non condividere utensili o altri oggetti personali. E se qualcuno nella tua casa è malato, dovrebbe stare nella sua stanza, il più lontano possibile da te e da altre persone. 

Diabete e Coronavirus: come comportarsi? 

Le regole di distanziamento sociale e isolamento possono rendere più difficile reperire gli alimenti e medicinali di cui hai bisogno. Fai scorta di merci sufficienti per resistere per un paio di settimane, nel caso in cui verrai messo in quarantena. 

Assicurati di avere: 

Cibo a sufficienza, soprattutto carboidrati sani come cracker integrali, zuppe di verdure o di pasta e salsa di mele non zuccherata 

Carboidrati semplici come miele, soda zuccherata, succhi di frutta o caramelle dure nel caso in cui la glicemia diminuisca 

● Il numero massimo di ricariche che puoi ottenere della tua insulina e di altri farmaci 

● Strisce extra di glucagone e chetoni 

● Numeri di telefono dei tuoi medici e della compagnia di assicurazione sanitaria 

Alcune compagnie di assicurazione private coprono ora anche i costi delle visite di telemedicina. Quindi, se hai domande per il tuo medico, puoi chiedergli tramite chat video o telefono invece di andare in studio. 

Quando parli con il tuo medico, ricordati di chiedere: 

● Con quale frequenza controllare il livello di zucchero nel sangue e i chetoni

● Come modificare i farmaci per il diabete se sei malato 

● Quali rimedi per il raffreddore e l’influenza sono sicuri per te 

Vaccino covid e diabete 

Tutti e tre i vaccini attualmente autorizzati – Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson – sembrano essere sicuri ed efficaci per gli adulti con diabete. Rigorosi studi clinici hanno testato la sicurezza di questi vaccini negli adulti di tutte le età, razze ed etnie, nonché condizioni di salute croniche.


Lo studio Pfizer-BioNtech ha incluso 3.150 persone con diabete (8,4% dei partecipanti allo studio). 

Lo studio Moderna ha incluso 2.858 persone con diabete di tipo 1, tipo 2 e gestazionale (9,4% dei partecipanti allo studio). 

Lo studio Johnson & Johnson ha incluso 3.389 persone con diabete di tipo 1 e di tipo 2 (7,7% dei partecipanti allo studio). 

In termini di diversità razziale ed etnica, gli studi includevano ciascuno più del 20% di partecipanti ispanici o latini, quasi il 10% di partecipanti afroamericani e quasi il 5% di partecipanti asiatici. 

Quale vaccino è il migliore per le persone con diabete? 

A causa del design distinto di ogni sperimentazione clinica, può essere difficile confrontare direttamente i tre vaccini attualmente autorizzati negli Stati Uniti. Tuttavia, sulla base dei dati di prova e delle informazioni dei produttori di vaccini, ecco le migliori informazioni che abbiamo su come confrontare i vaccini. 

Pfizer-BioNTech Moderna Johnson & Johnson
Quanto è efficace? 95% efficace nel prevenire COVID con sintomi94% efficace nel 66% efficace nel prevenire COVID prevenire COVID con sintomi con sintomi; 85% efficace contro la grave malattia da COVID-19
Tipo di vaccino mRNA mRNA Vettore virale
Quante dosi? 2 (a distanza di circa 21 giorni)2 (a distanza di circa 128 giorni) 
Quanto ci vorrà prima che tu sia protetto?2 settimane dopo la seconda dose (~ 5 settimane in totale)2 settimane dopo la 2 settimane dopo la doseseconda dose (~ 6 settimane in totale) 

I dati mostrano che, indipendentemente da quale dei vaccini attualmente autorizzati si ottiene, ottenere un vaccino COVID-19 è sicuro e importante per le persone con diabete. Tutti e tre i vaccini sono altamente protettivi contro la grave malattia COVID e le probabilità di morte a seguito dell’infezione. 

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Quali sono gli effetti collaterali? Il vaccino può essere pericoloso? 

Quando ti viene iniettato un vaccino per un particolare virus, il tuo sistema immunitario crea una protezione contro di esso. Poiché il tuo corpo sta creando anticorpi e sta imparando a combattere il virus o i batteri presi di mira dal vaccino, potresti riscontrare normali effetti collaterali per un giorno o due – questi sono simili a un vaccino antinfluenzale e le persone con diabete dovrebbero monitorare il loro livello di zucchero nel sangue e avere un piano di gestione del giorno di malattia pronto. 

Secondo il CDC, questi sono gli effetti collaterali più comuni dei vaccini COVID – sono simili per le persone con e senza diabete: 

● Dolore, gonfiore o arrossamento del braccio vaccinato 

● Febbre 

● Brividi 

● Affaticamento 

● Mal di testa 

● Nausea 

● Dolore muscolare 

Questi effetti collaterali sono il risultato della preparazione del tuo sistema immunitario a combattere una futura infezione virale – non significano che ti sei ammalato a causa del vaccino stesso. Se i tuoi effetti collaterali non dovessero scomparire, contatta il tuo medico curante. 

Gravi reazioni allergiche al vaccino COVID sono rare. Se hai mai avuto una reazione allergica a un vaccino, chiedi al tuo medico se dovresti effettuare il vaccino COVID. Se si verifica una grave reazione allergica alla prima dose del vaccino COVID, non assumere la seconda dose. 

In che modo il vaccino influenzerà i miei livelli di zucchero nel sangue? 

Poiché il vaccino può causare sintomi di malattie che possono portare a livelli di glucosio elevati, è importante monitorare attentamente i livelli di zucchero nel sangue per 48 ore dopo aver ricevuto la vaccinazione

Mantieniti idratato e assicurati di avere pronto il tuo programma giornaliero di malattia in caso di malessere. Finora, le persone con diabete sembrano avere pochi effetti collaterali e un effetto minimo sui livelli di zucchero nel sangue. 

I farmaci per il diabete influenzano il vaccino? 

Al momento non sono disponibili informazioni sulle interazioni farmacologiche tra i vaccini COVID autorizzati e altri farmaci – questo non è stato ancora studiato. Tuttavia, non si prevede che il vaccino stesso possa interagire con l’insulina o altri farmaci standard per il diabete.

Nota: può essere utile evitare di iniettare insulina o di posizionare un sensore di glucosio o un set per infusione con pompa nel sito di iniezione del vaccino per alcuni giorni dopo la vaccinazione. 

Devo vaccinarmi se ho il diabete e altre condizioni di salute? 

Le persone con complicanze del diabete (comprese malattie cardiache e renali) corrono un rischio molto più elevato di sviluppare sintomi gravi a conseguenza dell’infezione da COVID-19. Se hai altre condizioni di salute oltre al diabete, il vaccino è particolarmente importante.

PREMESSA


Quando il diabete viene curato male o è trascurato, può apportare danni anche gravi all’organismo del soggetto. Questa condizione interessa principalmente le persone più predisposte e colpisce diversi settori del corpo umano. Le aree più colpite da questo fenomeno sono:

  • occhio (retinopatia)
  • reni (nefropatia)
  • cuore (cardiopatia)
  • arterie (vasculopatia)
  • nervi (neuropatia).

Non mancano anche i casi di amputazione non traumatica di un arto. Per questo motivo è bene informarsi e sapere come comportarsi per evitare problematiche maggiori a una malattia da curare al meglio.

CAUSE DELLE COMPLICAZIONI DA DIABETE

Sia la malattia che le complicanze possono essere curate in maniera appropriata. Se questo problema viene tralasciato o preso con poca attenzione, può davvero creare squilibri profondi nell’organismo. 

Le complicanze croniche nel diabete di tipo 1 e di tipo 2, sono per lo più lievi ma possono colpire il soggetto anche in maniera fatale. Nei soggetti con iperglicemia, capita spesso di arrivare in ritardo di 5 o 10 anni rispetto l’insorgere della malattia, quando al momento della diagnosi si scoprono sia il diabete che le sue complicazioni. È quindi fondamentale non trascurare una vita sana dove l’alimentazione corretta e l’attività fisica ne fanno da padrone.
Si consigliano comunque controlli frequenti della glicemia, soprattutto nei pazienti più a rischio.

Tra le cause delle complicanze da diabete, vi sono anche le infezioni che possono aumentare la probabilità di uno scompenso metabolico con aggravamenti ed episodi di chetoacidosi e di sindrome iperosmolare non chetosica.


LE TIPOLOGIE DELLE COMPLICANZE DEL DIABETE

Come già accennato, le complicanze del diabete possono riguardare differenti parti del corpo umano tra cui il cuore, il cervello, i reni ma anche il sistema nervoso. Queste condizioni possono portare a conseguenze sia nel breve che nel lungo termine (appunto, complicanze croniche oppure acute).

Nel caso di complicanze acute a lungo termine, i livelli di glucosio restano elevati a causa di una mancata assimilazione dello zucchero nei tessuti. Per evitare problematiche anche gravi, si consiglia di normalizzare i livelli glicemici, eseguendo controlli regolari e analisi mediche.

Ma vediamo ora nel dettaglio le complicanze di un organismo danneggiato:

  • Complicazioni agli occhi: la retinopatia diabetica è una conseguenza del progressivo danneggiamento dei vasi sanguigni che idratano la retina. Questa condizione inizia con un peggioramento della vista e – se non trattata – può portare alla cecità. 
  • Complicazioni cardiovascolari: una delle cause principali di invalidità ma anche fonte di morte nelle persone diabetiche, è rappresentata da questo genere di complicanze. Si parla quindi di infarto del miocardio, meglio conosciuto come l’attacco di cuore; l’angina, un dolore che si avverte al petto e poi ricordiamo l’ictus (ischemia cerebrale), nonché la disfunzione circolatoria dei vasi sanguigni periferici con un flusso inferiore del sangue agli arti. 

Può capitare anche l’insufficienza cardiaca congestizia, ovvero una debolezza sensibile del cuore che causa un eccesso di liquido nei polmoni e nei tessuti limitrofi. La glicemia, unita alla pressione arteriosa alta e a un problema di colesterolo, sono da tenere sotto controllo costante.

  • Complicazioni al cavo orale: le persone che soffrono di diabete hanno probabilità maggiori di contrarre la parodontite, l’infiammazione delle gengive e dei tessuti sottostanti. Vi si possono creare carie, la caduta dei denti ma anche infezioni che possono danneggiare l’intero sistema cardiovascolare. 
  • Complicazioni ai reni: l’insufficienza renale cronica è una delle principali conseguenze del diabete. Quando questi organi sono sottoposti a un continuo e persistente lavoro, si provoca il danneggiamento dei loro vasi sanguigni (nefropatia) con il conseguente malfunzionamento dei reni stessi.
  • Complicazioni in gravidanza: tra i problemi più usuali per una donna diabetica incinta, ci sono lo sviluppo compromesso del feto e un travaglio altamente complesso. Questa condizione può far crescere eccessivamente il bambino durante la gravidanza e provocare l’ipoglicemia post nascita. Inoltre, i feti esposti a un alto livello glicemico, hanno più probabilità di contrarre il diabete in età adulta. Risulta essere molto importante il controllo, adottando le giuste misure preventive a queste conseguenze, in rari casi, anche mortali.
  • Complicazioni del sistema nervoso: quando persiste nel tempo la condizione di iperglicemia, l’organismo reagisce provocando danni al sistema nervoso e in qualsiasi altra parte del corpo. La neuropatia periferica è la forma più abituale di questo tipo di complicanza e colpisce i nervi dei piedi. Si avverte dolore, un formicolio durevole e la sensibilità inizia a venir meno. Purtroppo, questa situazione non permette di notare danni visibili se non ulcere o infezioni che in alcuni casi obbligano all’amputazione. 
    Altri danni noti dati dalle complicazioni al sistema nervoso, posso portare alla disfunzione erettile con ulteriori problemi sessuali per l’uomo. In questa situazione, possono essere colpiti anche l’apparato digerente e quello urinario.
  • Piede diabetico: sempre restando all’attività dannosa del sistema nervoso, la progressiva distruzione dei vasi sanguigni, può sviluppare in alcuni soggetti il piede diabetico. Oltre alle ulcere e alle infezioni già accennate, il rischio di amputare l’arto danneggiato a causa del diabete, è venti volte superiore rispetto a una persona sana.

Quando si accenna alle complicanze a breve termine per livelli alterativi della glicemia, si può incorrere anche nella perdita di coscienza (svenimento). Se le condizioni invece sono acute e si manifestano la chetoacidosi (elevata concentrazione di chetoni nel sangue con effetto tossico per la salute dell’organismo) o l’iperosmolare iperglicemico (nelle persone più anziane, si sviluppa dopo una malattia persistente come la polmonite o un’infezione del tratto urinario; può provocare lo stato di coma ma anche la morte), bisogna stare molto attenti prima che le complicazioni possano risultare fatali. 

Dopo aver elencato le varie tipologie che seguono come complicanza alla trascuratezza del diabete, è bene ricordare di non sottovalutare una malattia importante come il diabete stesso. Una corretta strategia di recupero sulle glicemie e la cura attenta per se stessi, possono davvero migliorare le condizioni del soggetto ed evitare l’aggravarsi nel tempo di disturbi ben più profondi e letali. 


PREVENZIONE DELLE COMPLICAZIONI DEL DIABETE

Ecco un piccolo riepilogo per prevenire le complicanze del diabete:

  • Scelta di un’alimentazione sana ed equilibrata
  • Ottimizzazione e buon mantenimento del livello glicemico, dei valori legati alla pressione arteriosa e del colesterolo
  • Controlli di laboratorio frequenti e regolari, come un esame oculistico o riguardante i piedi
  • Informarsi e conoscere al meglio tutte le conseguenze e i problemi dovuti al diabete per evitare complicazioni e migliorare il proprio stile di vita.
  • Svolgere una continua e moderata attività fisica
  • Non dimenticare di prendere quotidianamente i farmaci prescritti dal medico
  • Auto-monitorare il proprio livello glicemico
  • Sapere come gestire al meglio i momenti di emergenza e in caso di complicazioni.

Bastano poche ma semplici norme per prevenire eventuali complicanze di una malattia sempre più diffusa. 

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da un’eccessiva quantità di glucosio nel sangue. Questa condizione è causata da una scarsa funzionalità del pancreas, l’organo preposto al rilascio di insulina, ormone che ha il compito di mantenere a livelli normali lo zucchero nel sangue. 

Se hai familiarità con il diabete mellito è probabile che tu sia abbia sentito nominare le due forme più comuni, il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. È importante, di entrambe le tipologie, avere una conoscenza più approfondita essendo una patologia che copre un’ampia gamma di disturbi metabolici che, se non trattati adeguatamente, possono causare danni a lungo termine.

Ciò che entrambe queste condizioni hanno in comune è che il corpo non produce insulina sufficiente per poter utilizzare l’energia data dal cibo. L’insulina, infatti, è necessaria per convertire lo zucchero del cibo in un combustibile da cui traggono energia tutte le cellule del corpo. 


LE CAUSE DEL DIABETE MELLITO

Il diabete è una patologia che può presentare diverse variabili che le persone potrebbero non attribuire necessariamente ad una tipologia specifica. I sintomi, infatti, possono essere vari e manifestarsi sia singolarmente che contemporaneamente. Ad oggi, le forme di diabete maggiormente discusse e sperimentate sono:

Diabete mellito di tipo 1

È una malattia autoimmune che colpisce una esigua parte di persone affette da diabete ed è generalmente noto come “diabete giovanile” perché più diffuso tra adolescenti e bambini. In questo caso è il sistema immunitario stesso che danneggia il pancreas, impedendogli di produrre insulina. 

Diabete mellito di tipo 2

È la forma che si manifesta nella maggior parte delle persone affette da diabete ed è noto come diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM) e viene diagnosticato prevalentemente agli adulti. La sua comparsa può essere dovuta principalmente a due motivi: il pancreas non produce abbastanza insulina o la sensibilità all’insulina prodotta dal corpo diminuisce impedendone un efficace utilizzo e, in alcuni casi, le due cause possono coesistere.

PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO

Per parlare della prevenzione primaria del diabete mellito non si può trascurare il fatto che esistono dei fattori non modificabili e dei fattori modificabili. I fattori non modificabili sono sostanzialmente dati da un’eventuale familiarità della malattia, l’avanzare dell’età, la predisposizione genetica e un pregresso diabete gestazionale. Tra i fattori modificabili o potenzialmente modificabili vi sono invece l’eccesso ponderale (l’80% di persone affette da diabete di tipo 2 sonno obese), l’alimentazione e la sedentarietà. Specialmente nel secondo caso diventa di vitale importanza evitare il sovrappeso e iniziare una dieta ipocalorica indicata da un nutrizionista specializzato. Ma anche nel caso in cui non sussistano problemi di natura ponderale, è necessario seguire un’alimentazione quanto più possibile sana ed equilibrata, specialmente per le persone a rischio per motivi di familiarità. A questo va aggiunto lo svolgimento di un’attività aerobica giornaliera di almeno 20/30 minuti.

QUALI SONO I SINTOMI DEL DIABETE MELLITO?

La maggior parte delle diverse tipologie di diabete ha caratteristiche simili e questo è dovuto al fatto che la causa principale è la stessa, ovvero l’incapacità dell’organismo di usare le energie prodotte dal cibo e l’aumento di glucosio nel sangue.

Non è remota la possibilità di essere affetti da questa patologia e non esserne a conoscenza e per questo motivo è importante sapere quali sono i sintomi del diabete mellito più classici tra cui: 

  • Aumento della sete
  • Aumento della minzione
  • Frequenti infezioni urinarie o candida
  • Dimagrimento ingiustificato
  • Fame eccessiva, malgrado si mangi regolarmente
  • Nausea e vomito
  • Visione offuscata
  • Secchezza della pelle
  • Lenta guarigione di infezioni, piaghe e ulcerazioni
  • Problemi dentali tra cui alito cattivo e carie
  • Dolore, intorpidimento e formicolio ai piedi.

In presenza di uno o più sintomi tra quelli elencati, anche se attribuibili a qualcos’altro, è consigliabile fare un test per valutare l’indice glicemico e, nel caso si tratti di diabete, iniziarne il trattamento fin dalle fasi iniziali.

LA CURA DEL DIABETE MELLITO

L’aspetto positivo del diabete è che può essere trattato e l’adattamento del paziente alle terapie è cruciale affinché le stesse risultino efficaci. Indipendentemente dalla tipologia da cui si è affetti è essenziale raggiungere un equilibrio tra i livelli di zucchero, la dieta e l’attività fisica. Nel caso in cui sia necessaria, l’assunzione di insulina deve avvenire nei termini prescritti dal medico. Se solo uno di questi aspetti viene trascurato esiste una maggiore possibilità che si debbano affrontare complicazioni più o meno gravi.

Non bisogna scordare che i livelli incontrollati di glucosio nel sangue possono portare a neuropatie che sono spesso irreversibili e causano danni agli organi interni, malattie cardiovascolari e ictus. Per quel che concerne la cura del diabete mellito in tutte le sue varianti, andiamo a vedere più nello specifico quali sono i trattamenti usati più comunemente.

Trattamento del diabete mellito di tipo 1

Il diabete di tipo 1 richiede l’utilizzo di insulina in forma di farmaco. La sua assunzione può avvenire sia sotto forma di iniezioni a intervalli regolari, anche con penne pre-riempite, sia con l’aiuto di una pompa collegata al corpo che rilascia l’insulina (generalmente ad azione rapida) in quantità preimpostate e in tempi programmabili. 

Al giorno d’oggi sono in commercio diversi tipi di insulina che rendono più semplice e gestibile tutti i trattamenti.

  • Insulina ad azione rapida: agisce tra i 2,5 e i 20 minuti dalla somministrazione e l’effetto dura fino a 5 ore.
  • Insulina a lunga durata: agisce dopo circa 30 minuti e l’effetto dura fino a 8 ore.
  • Insulina ad azione intermedia o insulina basale: agisce in 60/90 minuti e l’efficacia può durare fino a 24 ore.
  • Insulina miscelata: è disponibile in diverse varianti ad azione rapida o breve ed è miscelata con insulina ad azione intermedia.
  • Insulina ad azione prolungata: questa insulina può essere assunta una volta al giorno, raramente due, in quanto la sua efficacia dura 24 ore.

A seconda delle esigenze soggettive e di altri vari fattori, tra cui il livello di zucchero, il medico può prescrivere uno o più tipi di insulina.


Trattamento del diabete mellito di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 contempla, a livello di trattamento, uno spettro più ampio di prodotti e il diabetologo può prescrivere uno o più farmaci per mantenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue. Questi possono includere:

  • Metformina: il suo ruolo è quello di ridurre la formazione di glucosio nel fegato e di migliorare la sensibilità all’insulina. 
  • Sulfaniluree (o sulfoniluree): aumentano la produzione di insulina
  • Glinidi: aiutano il pancreas a produrre maggiori quantità di insulina e in tempi più rapidi rispetto alle sulfaniluree. 
  • Tiazolidindioni: migliorano la sensibilità all’insulina
  • Inibitori DPP-4: il loro scopo è quello di ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
  • Agonisti del recettore GLP-1: funzionano rallentando il processo di digestione e abbassando i livelli di zucchero.
  • Inibitori SGLT2: interrompono il ritorno del glucosio nel flusso sanguigno.

Come ultima risorsa, nell’eventualità che i medicinali che si stanno assumendo non aiutino in modo sufficiente, il medico potrebbe decidere di inserire l’insulina nella tabella farmacologica giornaliera.

Il diabete e il prediabete colpiscono milioni di persone e la conoscenza di questa patologia, dei suoi sintomi e dei suoi trattamenti aiuta a migliorare la qualità della vita.  Se dovessi avvertire alcuni dei sintomi che la caratterizzano, non esitare a rivolgerti al tuo medico di famiglia che ti aiuterà a trovare le soluzioni migliori per affrontarla serenamente. Nel frattempo, non scordare che un sano stile di vita ti aiuta a prevenirlo!

PREMESSA 

Può o non può essere considerata l’anguria un frutto adatto per la dieta alimentare di un diabetico? Scopriamolo in questo articolo dedicato a un prodotto che tanto piace e conquista d’estate. 


L’anguria, conosciuta anche con il nome di cocomero è una pianta che fa parte della famiglia Cucurbitaceae, con origine nell’Africa tropicale. Le sue peculiarità principali sono il fusto erbaceo rampicante, la presenza di foglie molto larghe e la produzione di fiori. Spesso il suo peso si aggira intorno ai dieci o anche venti chilogrammi. Il suo frutto ovviamente voluminoso e dalla forma ovale o rotondeggiante, è robusto e massiccio: la buccia è liscia, consistente ma sottile, di colore verde e caratterizzata da diverse striature. All’interno la polpa è rossa, ma può essere anche gialla o bianca, a seconda della sua varietà. Questa è contraddistinta dai tipici semi (neri o bianchi). La caratteristica di questo frutto è la disponibilità esclusiva nel periodo estivo – da maggio a settembre. È un prodotto molto famoso e presente sulle tavole nell’area Mediterranea e si ritiene avere un potere saziante per il suo alto contenuto idrico al suo interno. 


PROPRIETÀ NUTRIZIONALI DELL’ANGURIA

L’anguria è un frutto costituito infatti per il novanta percento dall’acqua e il suo contenuto altamente zuccherino è composto da:

  • Fruttosio
  • Vitamina A
  • Vitamina C (81 mg per 100 g di prodotto)
  • Vitamina B (B1, B2, B6)

Tra le altre proprietà nutrizionali troviamo una buona presenza di fibre alimentari, proteine, sodio, potassio, calcio, glucidi e ferro, che verranno elencati più avanti. È priva di grassi. 

Se si analizzano i nutrienti di questo prodotto c’è il licopene, una sostanza antiossidante molto importante nella prevenzione dei tumori e per combattere i radicali liberi. 

Questo frutto può essere definito come un dissetante, depurativo ma anche un ottimo diuretico. Da ricordare la sua azione benefica per il fegato e i reni, senza escluderne la piacevolezza nelle giornate estive più bollenti.

L’anguria è ricca di sali minerali, utilissimi per contrastare quella stanchezza tipica della stagione calda.

Inoltre, l’ottima azione dimagrante e la sua presenza costante nelle diete, apporta un numero ridotto di calorie all’organismo – ne ha meno di venti per 100 grammi di polpa. La funzione lassativa del cocomero è in grado di migliorare lo smaltimento dei grassi.


CALORIE E VALORI NUTRIZIONALI DELL’ANGURIA

Per esplicare al meglio le proprietà benefiche di questo frutto estivo, ecco l’elenco dei suoi componenti in 100 grammi di prodotto dove sono contenute appena 16kcal /65kj:

  • Acqua 92,30 g
  • Carboidrati 3,7 g
  • Zuccheri 3,7 g
  • Proteine 0,4 g
  • Colesterolo 0 g
  • Fibra totale 0,2 g
  • Sodio 3 mg
  • Potassio 280 mg, importante per equilibrare la circolazione arteriosa e curare le pareti muscolari
  • Ferro 0,2 mg
  • Calcio 7 mg, aiuta a rinforzare le ossa, regolando il tono muscolare
  • Fosforo 2 mg, utile produttore di energia
  • Magnesio 10 mg, ottimo per l’assorbimento dei minerali presenti nell’organismo
  • Vitamina B1 0,02 mg
  • Vitamina B2 0,02 mg
  • Vitamina B3 0,1 mg
  • Vitamina A 37 µg
  • Vitamina C 8 mg, aiutante del sistema immunitario
  • Grassi 0,15 g

Da questo elenco si può capire chiaramente come la bassa percentuale di zuccheri contenuti, permetta all’anguria di essere uno dei frutti più indicati per la dieta del diabetico, se assunta in fibra – proprio per l’elevato concentrato di elementi zuccherini in succo. 


I BENEFICI DELL’ANGURIA (ANCHE PER DIABETICI)

Come si è spiegato, l’anguria è un frutto costituito prevalentemente da acqua e la sua assunzione estiva garantisce il recupero dei sali minerali persi a causa della sudorazione. 

Anche il problema della cellulite (soprattutto per le donne) viene contrastato da questa ingente presenza idrica nella sua polpa, fonte di miglioramento anche per la circolazione sanguigna. 

L’anguria è un ottimo strumento preventivo delle cistiti, molto spesso presenti durante la stagione calda. Si ricordano anche le sue caratteristiche antinfiammatorie e antiossidanti per aiutano la rigenerazione della pelle, combattendo i radicali liberi.

È bene conservare l’anguria in frigorifero e si consiglia di assaggiarla anche mescolandola a insalate, con l’aceto balsamico e negli spiedini di frutta: tutto questo renderà il pasto del diabetico più piacevole e originale.


L’ANGURIA E IL DIABETE

Sia la verdura che la frutta sono due elementi che non devono mai mancare nella dieta alimentare di una persona sana. Ma per quanto riguarda i diabetici, è possibile assumere un frutto di stagione come l’anguria – quella dolce, succosa e così ricca di zucchero? Alla domanda se l’anguria è un elemento adatto per l’alimentazione di un diabetico, la risposta è sì. 

L’anguria può essere considerata una buona alleata del diabete, grazie alla minor quantità zuccherina contenuta nella sua polpa. Come ogni alimento, anche l’anguria va consumata con moderazione: un diabetico dovrebbe evitare di assumere più di 100 grammi di questo frutto in una giornata (leggere il paragrafo qui sotto sulle Precauzioni per l’indice glicemico).

Tra le sostanze importanti per il paziente, nell’anguria è contenuta la citrulina, ottimo rimedio all’ipertensione arteriosa e in grado di contrastare i radicali liberi. Il suo basso contenuto energetico, oltre ai carboidrati più concentrati e al numero ristretto di zuccheri, permette all’anguria di venir classificata come un frutto appetibile per la dieta alimentare del diabetico. 

Tuttavia, ricordiamo che l’anguria è raccomandata in piccole dosi e con assunzione rara.


L’ANGURIA E LE PRECAUZIONI PER L’INDICE GLICEMICO

L’indice glicemico permette ai carboidrati assunti di aumentare i livelli di glicemia nel sangue. 

L’anguria viene descritta come un alimento ad alto IG, con un valore di riferimento pari a 72. Nonostante i benefici che ne derivano dalla sua assunzione, è consigliabile non sgarrare nelle quantità ingerite. Per le persone affette dal diabete, è buona abitudine mangiare fino a 200-300 grammi a settimana, dividendo la quantità prescritta in due oppure tre porzioni (preferibilmente come spuntino del mattino o merenda del pomeriggio) da 100 grammi per giorni alterni. 


LA FRUTTA E IL DIABETE

Il diabete non va sempre d’accordo con la frutta in generale. 

Sebbene le sue proprietà benefiche e i tanti vantaggi apportati da vitamine e sali minerali, a causa dei livelli troppo elevati di zucchero contenuti al suo interno, è raccomandato assumere la frutta con moderazione (circa 350 grammi al giorno per un soggetto diabetico medio). 

I soggetti affetti da diabete dovrebbero evitare banane, fichi freschi, uva e la frutta essiccata. Il resto della frutta può essere consumato ma bisogna fare attenzione questa sia fresca e non sottoforma di succo industriale, dove vengono aggiunti zuccheri o edulcoranti artificiali. 

Ma vediamo nel dettaglio tutti i tipi di frutta che un diabetico può gustare in tranquillità:

  • Kiwi
  • Agrumi
  • Ananas
  • Anguria
  • Pere
  • Pesche e Albicocche
  • Mele
  • Melone
  • Mandarini
  • Fragole
  • Frutti di bosco.

Ricapitolando, l’anguria così come tanti altri frutti apporta ottime proprietà all’organismo di un diabetico, nelle giuste proporzioni assunte, ma è sempre preferibile chiedere consiglio a un diabetologo per rendere la dieta il più personalizzata possibile.

Per poter comprendere meglio il diabete e le conseguenze che si innescano nei pazienti diabetici è di vitale importanza capire cosa sia la glicemia, dal momento che è una delle principali responsabili delle problematiche che ne derivano quando si è affetti da questa patologia.

Il termine glicemia indica la concentrazione di glucosio nel flusso ematico e il glucosio è un elemento fondamentale per l’organismo poiché è la principale fonte di energia delle cellule, che lo prelevano direttamente dal sangue. Generalmente si è portati a pensare che l’unica fonte di glucosio sia data dagli alimenti ma, in realtà, una parte di esso viene sintetizzata anche all’interno dell’organismo, all’interno del quale sono presenti anche degli ormoni specifici responsabili della regolazione della glicemia. Il più noto tra questi, nonché migliore alleato di molte delle persone affette da diabete, è l’insulina, ormone che viene prodotto dal pancreas e che ha una funzione indispensabile e fondamentale per il metabolismo degli zuccheri grazie alla sua proprietà di ipoglicemizzante.

Mantenere la glicemia a valori normali durante tutto l’arco della giornata, infatti, è uno degli obiettivi più importanti per un paziente diabetico, che impara molto presto come tenerla monitorata e come controllare gli eventuali sbalzi glicemici che possono sfociare sia in iperglicemia che in ipoglicemia.

LE CAUSE DELL’IPERGLICEMIA

L’iperglicemia (o glicemia alta) si verifica quando i livelli di zucchero nel sangue superano il limite normale.

Per spiegare meglio il concetto, facciamo un semplice esempio: se il livello del sangue è di 126 mg/dl ( pari a 7 millimoli per litro) a digiuno o di 200 mg/dl  (pari a 11.0 millimoli per litro) due ore dopo l’ultimo pasto, si è in uno stato di iperglicemia. Questa condizione può manifestarsi in persone affette da diabete di tipo 1, diabete di tipo 2, diabete mellito, nelle donne in gravidanza con diabete gestazionale e nelle persone con una situazione di prediabete. 

La presenza di alti livelli di glucosio nel sangue si verifica per svariate ragioni e le cause della glicemia alta possono avere diverse spiegazioni tra cui:

  • Aver scordato di prendere i farmaci per il diabete o averne assunta una dose minore
  • Non assumere sufficiente insulina
  • Mangiare troppi carboidrati o alimenti ad alto contenuto di zuccheri
  • Esagerare nell’assunzione di bevande alcoliche
  • Avere qualche patologia o infezione in corso
  • Attraversare periodi di particolare stress per motivi familiari o lavorativi
  • Carenza o mancanza di attività fisica
  • Eccessiva attività fisica con conseguente squilibrio di insulina e zucchero.

L’iperglicemia può manifestarsi anche come conseguenza della combinazione di due o più fattori: se non hai assunto farmaci o insulina sufficienti, hai mangiato più abbondantemente, stai attraversando un periodo particolarmente stressante e non ti stai tenendo in esercizio. Questi fattori, considerati nell’insieme e se si verificano contemporaneamente, hanno un effetto esponenziale sul livello di zucchero e sono potenzialmente pericolosi in quanto possono causarne un aumento importante.

I SINTOMI DELL’IPERGLICEMIA

Prima di imparare come poter abbassare rapidamente lo zucchero nel sangue è necessario essere consapevoli del fatto che i sintomi derivati dalla presenza di alti livelli di glucosio sono simili a quelli che si riscontrano nelle fasi iniziali del diabete. Ma anche nell’eventualità in cui si sia già in presenza di diabete di tipo 1 o di tipo 2 o se si stanno già assumendo insulina e altri farmaci, questi sintomi potrebbero non essere percepiti se non quando i livelli glicemici sono già molto elevati. I sintomi della glicemia alta possono essere diversi e soggettivi e non apparire simultaneamente e, in alcuni casi, non manifestarsi affatto pur in presenza della patologia.

Se si è a rischio di sviluppare il diabete, è molto importante prestare la massima attenzione ai seguenti sintomi: 

  • Sete eccessiva
  • Frequente necessità di urinare, specialmente di notte
  • Odore dolce/fruttato di alito e urina
  • Affaticamento e stanchezza immotivati
  • Aumento della fame
  • Irritabilità e cambi repentini di umore
  • Mal di testa
  • Offuscamento della visione
  • Secchezza della bocca e della gola
  • Perdita di peso ingiustificata
  • Pelle secca e pruriginosa.

Nel caso in cui la sintomatologia persista si possono, inoltre, verificare:

  • Lenta guarigione delle ferite
  • Infezioni vaginali frequenti (nelle donne)
  • Disfunzione erettile (negli uomini)
  • Sensazione di freddo e di insensibilità ai piedi (che possono essere segnali di neuropatia)
  • Disturbi della digestione, costipazione o dissenteria.

I RIMEDI PER L’IPERGLICEMIA

Nel momento in cui insorgono problemi legati all’iperglicemia è naturale iniziare a chiedersi quale siano gli approcci più corretti ed i rimedi a cui appellarsi per poter vivere questa nuova condizione con la maggiore serenità possibile. A prescindere dalla gravità della situazione personale, le regole d’oro da seguire sono uno stile di vita sano, il mantenimento del peso forma, un’alimentazione equilibrata e bilanciata, la pratica di attività fisica e, ovviamente, il sapere come abbassare in tempi rapidi i livelli di zucchero nel sangue nei momenti di emergenza.

L’ALIMENTAZIONE DEGLI IPERGLICEMICI

L’alimentazione è un fattore chiave nel trattamento del diabete e dell’iperglicemia ma questo non significa che si debba necessariamente rinunciare a tutto. Gli esperti nutrizionisti ritengono che un’attenzione particolare vada riservata all’assunzione di carboidrati ma, di seguito, è possibile capire quali sono le linee guida indicative che possono aiutare ad avere una dieta adeguata.

Cosa è possibile e preferibile mangiare

  • Ortaggi e frutti di diversi colori suddivisi in 5 pasti quotidiani (ad eccezione di quelli molto ricchi di zuccheri)
  • Pasta e pane integrali (non meno di 130 grammi al giorno ma non più di 300 grammi)
  • Legumi almeno tre volte a settimana (fagioli, lenticchie, piselli, ceci)
  • Due porzioni di pesce a settimana
  • Carni bianche e magre
  • Formaggi o latticini (non più di due volte a settimana)
  • Usare come condimento l’olio di oliva ed evitare altri tipi di grassi quali strutto, panna e burro
  • Le bevande alcoliche devono essere ridotte ad un bicchiere al giorno per le donne, due bicchieri per gli uomini.
  • Semi oleosi (girasole, lino, soia)

Cosa non mangiare

  • Cibi confezionati che riportino sull’etichetta la presenza di grassi e oli idrogenati o parzialmente idrogenati ( ad esempio biscotti, crackers, merendine)
  • Primi piatti elaborati e con condimenti grassi (tortellini, lasagne, cannelloni, risotti)
  • Zucchero (che può essere sostituito dal miele)
  • Bevande zuccherate (ma sono concesse, ogni tanto, le bibite dietetiche)
  • Farine raffinate
  • Fritture e carni grasse

Tra gli alimenti che si possono assumere, ma solo occasionalmente, ricordiamo la frutta secca, i formaggi grassi, le uova di pesce, la frutta sciroppata, gli insaccati, i pasti confezionati. È inoltre possibile aggiungere alla dieta degli integratori naturali a base di cannella, berberina, gymnema sylvestre, mirto, avocado e mirtillo rosso o altri integratori a base di acido alfa-lipoico, cromo picolinato e zinco.

COME ABBASSARE RAPIDAMENTE I LIVELLI DI ZUCCHERO NEL SANGUE

Cosa fare subito nell’eventualità che l’autodiagnosi riveli una glicemia alta? I due modi più immediati che non mettano a rischio la tua salute  con effetti gravi e a lungo termine sono l’assunzione di insulina ad azione rapida e una leggera attività fisica.

Insulina ad azione rapida

L’insulina ad azione rapida agisce in tempi veloci per ridurre i livelli di zucchero nel sangue. In caso di emergenza può essere usata sia da pazienti di diabete di tipo 1 che di tipo 2. A differenza della normale dose di insulina, che deve essere assunta tra i 30 e i 60 minuti prima dei pasti, l’insulina ad azione rapida rilascia la propria efficacia entro 10/15 minuti. Questo tipo di farmaco funziona in modo simile ad altri tipi di insulina con la differenza che la tempistica della sua efficacia è notevolmente ridotta.

Alcuni studi hanno portato alla luce delle contraddizioni che riguardano i tempi di assunzione di questa tipologia di farmaco ma altre ricerche hanno dimostrato che la sua assunzione è più indicata prima di mangiare, piuttosto che durante o dopo i pasti.

Tanto è importante calcolare il giusto dosaggio di insulina e di farmaci per la cura del diabete quanto è necessario bilanciare l’assunzione dei carboidrati con l’insulina e i livelli di zucchero nel sangue. Per questo motivo è di importanza imprescindibile seguire la dieta indicata dal nutrizionista così come consultare sempre il proprio medico o diabetologo per quel che concerne l’utilizzo di qualsiasi tipo di medicinale, soprattutto nel caso in cui siano presenti anche altre patologie.

Leggera attività fisica

Il secondo modo per abbassare rapidamente il livello di zucchero nel sangue è fare una leggera attività fisica. Anche se questa dovrebbe essere un’abitudine da inserire nella routine quotidiana di tutti, nel caso dei pazienti diabetici questa pratica diventa ancora più cruciale.

Il meccanismo è molto semplice: l’attività fisica permette di utilizzare le calorie provenienti dalle riserve di glicogeno o zucchero. L’esercizio aiuta a ridurre lo zucchero in eccesso nell’organismo, se questo è l’obiettivo che ci si è preposti.

Praticare qualche sport o eseguire qualche esercizio quotidianamente consente ai muscoli di utilizzare in modo migliore qualsiasi dose di insulina sia disponibile nel corpo e, nel caso in cui l’insulina non sia disponibile in quantità sufficiente, le cellule possono ugualmente utilizzare il glucosio presente nell’organismo.

Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che l’efficacia dell’attività fisica è molto veloce. Inoltre, se praticata con costanza e regolarità, permette al corpo di migliorare la sensibilità all’insulina. 

Se l’esercizio fisico diventa parte della tua routine giornaliera ci sono molte attività che possono essere svolte, dalla ginnastica a corpo libero e il sollevamento pesi fino alla corsa, al trekking, al nuoto e al tennis o qualsiasi altro sport che possa essere gradito. L’importante è muoversi! 

Se, al contrario, non si è portati per qualche sport in particolare, sarai sorpreso di sapere che anche una camminata media o veloce di 30/60 minuti al giorno ti aiuterà ad abbassare i livelli di zucchero nel sangue. Di grande aiuto, non solo fisico ma anche psicologico, sono  anche pratiche quali il Thai Chi e lo Yoga. 

L’unico fattore a cui prestare attenzione, nel momento in cui ci si accorge che il livello di zucchero è troppo elevato, è non iniziare un esercizio fisico troppo intenso improvvisamente. 

Un’emergenza medica, nei pazienti diabetici, può verificarsi in qualsiasi momento e bisogna sempre essere pronti a qualsiasi evenienza si possa presentare. Per questo motivo è importantissimo tenere sempre monitorati i livelli di glucosio nel sangue, non trascurare nessun sintomo nuovo o anomalo e sottoporsi a controlli regolari con il proprio medico. 

Il piede diabetico è sicuramente una delle condizioni che preoccupa maggiormente le persone che si trovano, spesso improvvisamente e inaspettatamente, ad affrontare questa patologia. Si tratta, infatti di una delle complicanze croniche principali che ne derivano e la sua definizione indica, in termini generici, tutte le problematiche che si possono sviluppare negli arti inferiori e che si presentano con diverse caratteristiche che dipendono da svariati fattori.

Generalmente il piede diabetico è collegato ad altre patologie che possono essere connesse o meno al diabete ma che devono, comunque, essere curate contestualmente al piede.

È importante ricordare che questa condizione non colpisce tutti i diabetici. Il suo insorgere, infatti, è generalmente preceduto da lunghi periodi, spesso anni, durante i quali il diabete è stato trascurato o non è stato curato in maniera appropriata e continuativa. In altri casi, il manifestarsi di questa complicazione si rivela essere, invece, il campanello d’allarme di un diabete che era già presente da tempo ma che non aveva causato alcun tipo sintomatologia.


TIPOLOGIE E SINTOMI DI PIEDE DIABETICO

Esistono due tipologie principali che dipendono dalle cause che lo provocano e che si manifestano, sia in termini di sintomatologia che di conseguenze, in maniere diverse: il piede neuropatico e il piede ischemico. Andiamo, dunque, a vedere quali sono le diverse varianti e i sintomi del piede diabetico che le caratterizzano. 


IL PIEDE NEUROPATICO

Il piede neuropatico, come dice la parola stessa, è causato dalla neuropatia diabetica e può colpire i nervi sensitivi, i nervi motori o i nervi vegetativi. 

Nel primo caso la conseguenza più grave è la perdita, sia parziale che totale, della sensibilità del piede e la conseguenza più grave è la diminuzione della soglia del dolore che, per quanto possa inizialmente sembrare un fattore positivo, può rivelarsi foriero di altre problematiche importanti. Nel momento in cui il paziente non avverte il freddo pungente o il calore eccessivo, corre il serio pericolo di ustioni o congelamento e non necessariamente in condizioni estreme ma anche semplicemente a seguito di una passeggiata sulla sabbia o sulla neve. Così come non sentirebbe il dolore di una calzatura troppo stretta che potrebbe causare lesioni al piede. 

Nel secondo caso vengono colpite le fibre nervose del piede con la conseguenza che queste reagiranno in modo disordinato agli stimoli inviati dal cervello. Alcune delle conseguenze che ne derivano sono la prominenza delle teste metatarsali, le dita a martello ed una generale deformazione della pianta del piede che comporta un ridotto e scorretto appoggio del piede.

Nel terzo e ultimo caso si incorre nel momento in cui sopravvengono danni ai nervi vegetativi e derivano dal malfunzionamento delle fibre nervose che regolano la secrezione delle ghiandole del piede. La conseguenza più immediata che si riscontra è la secchezza della pelle che può sfociare nella formazione di tagli e fessure che diventano un ricettacolo ottimale per i germi. 

Riassumendo, i sintomi del piede diabetico neuropatico più comuni sono caratterizzati da:

  • Intorpidimento, formicolio e parestesie del piede
  • Variazioni della sensibilità cutanea
  • Gonfiore a piedi e caviglie
  • Dita ad artiglio, a martello o sovrapposte
  • Alluce valgo
  • Accentuazione dell’arco plantare
  • Teste metatarsali prominenti
  • Ipercheratosi plantare (ispessimento della pelle) e secchezza della cute
  • Turgore venoso
  • Ulcere circolari sulla pianta del piede (a volte così profonde da arrivare fino alle ossa).


IL PIEDE ISCHEMICO

Il piede ischemico, a differenza del precedente, è causato da uno scarso afflusso di sangue al piede, la cui conseguenza principale è un restringimento dei vasi sanguigni. In linea generale colpisce entrambe le gambe e soprattutto le arterie sotto il ginocchio. 

Come nel caso del piede neuropatico, anche nel piede ischemico si incorre spesso nella formazione di ulcere come conseguenza della ridotta circolazione dovuta all’occlusione delle arterie e il trattamento più adeguato si basa sul ripristino, grazie a by-pass o interventi di angioplastica, della circolazione, dove sia possibile farlo. 

I sintomi del piede diabetico ischemico sono:

  • Crampi al polpaccio e al piede che si accentuano camminando e generalmente si riducono con il riposo. Nelle forme più gravi, tuttavia, il dolore è presente anche a riposo e diventa più intenso durante la notte
  • Sensazione di freddo al piede
  • Pelle del piede pallida, lucida e sottile. Il pallore aumenta quando si è in posizione sdraiata e quando la gamba viene sollevata ma diventa rossa o violacea quando appoggiata a terra
  • Scarsa o nulla reazione al freddo e al caldo
  • Insensibilità a eventuali traumi
  • Presenza di ulcere sull’alluce, sul quinto dito, sul tallone o tra un dito e l’altro.

La comparsa dell’ulcera del piede diabetico però non si limita alle due classificazioni appena menzionate. Nei casi più gravi si può avere una combinazione del problema neuropatico e ischemico (ulcera neuro-ischemica) fino ad arrivare all’infezione di tutte le varianti sopra esposte. In questa eventualità le lesioni possono degenerare e provocare cancrena.}

Un altro segnale del potenziale inizio del piede diabetico è dato dalle unghie. In moltissimi casi i primi problemi nascono proprio da lì anche se, in condizioni normali, è una parte del corpo che viene poco considerata e trascurata. Le unghie del piede diabetico presentano delle caratteristiche di facile riconoscimento. Un’unghia incarnita, che cambia colore e ingiallisce e l’ispessimento o ipertrofia della lamina ungueale, accompagnati da rossore e gonfiore, sono sintomi che non vanno trascurati. Essendo i piedi le parti più estreme del corpo sono quelle che con maggiore facilità vanno incontro alle conseguenze provocate da una scarsa circolazione. Se questi segnali vengono sottovalutati c’è il rischio che inizi la necrosi del tessuto con il pericolo di formazione della cancrena. 

Se questo accadesse e nell’eventualità che le cure antibiotiche o topiche non dovessero essere di aiuto, nei casi più estremi, sarebbe necessario ricorrere all’amputazione del piede diabetico o di alcune parti di esso per scongiurare che l’infezione si diffonda alle zone circostanti. 


PREVENZIONE E CURA DEL PIEDE DIABETICO

Data la complessità e la molteplicità degli effetti collaterali e delle gravi conseguenze derivanti dal piede diabetico, è necessario che tutti i pazienti seguano un programma di prevenzione in modo da poter diagnosticare precocemente qualsiasi tipo di problematica e iniziare tempestivamente un trattamento terapeutico.

Le linee guida più recenti permettono di articolare la prevenzione sulla base di:

  • Identificazione del piede potenzialmente a rischio e visite periodiche.
  • Trattamento immediato delle lesioni. Il diabetico è spesso soggetto a calli e duroni che possono essere il preludio di una serie di conseguenze molto pericolose. Le ulcere del piede diabetico possono facilmente sfociare in cancrena, specialmente se scoppiate casualmente o intenzionalmente, e diventare la causa di amputazione dell’arto.
  • Uso di calzature adeguate o scarpe per il piede diabetico con cuscinetti in gel per pianta e metatarsi
  • Educazione e formazione dei pazienti e delle persone che li assistono.

Oltre alla normale prevenzione che viene quotidianamente attuata per mantenere i livelli di glucosio nei limiti della normalità, è necessario acquisire una serie di abitudini e seguire indicazioni specifiche. Alcune di queste sono:

  • Tenere i piedi controllati tutti i giorni.
  • Lavare i piedi tutti i giorni controllando preventivamente la temperatura dell’acqua con un termometro o con il gomito.
  • Asciugare bene i piedi ma con delicatezza e con panni morbidi.
  • Non usare strumenti taglienti per le callosità e le asperità della pelle
  • Non camminare a piedi scalzi.
  • Usare calze o calzini comodi, che non stringano e cambiarli ogni giorno. Evitare di usare calze e calzini con cuciture.
  • Tagliare le unghie con forbici con punte arrotondate e usare lime di cartone per rifinirle.

Due ultimi punti di particolare rilevanza sono la scelta delle scarpe per il piede diabetico, come già ricordato, e l’uso di creme idratanti. 

L’acquisto delle calzature è un momento importante e ci sono degli accorgimenti che si possono seguire per fare la scelta più giusta. Andare ad acquistare le scarpe di pomeriggio o di sera, quando i piedi sono un po’ più gonfi rispetto al mattino (e indossando calze o calzini) permette di provare una scarpa che, nei giorni successivi, si rivelerà essere più comoda. Ovviamente la scarpa deve comunque essere della propria misura. Inoltre, è importante verificare la larghezza della pianta, la morbidezza della suola e della punta e indossarle in maniera graduale in modo da abituare il piede.  

Durante i periodi più caldi o nelle giornate particolarmente intense è consigliabile cambiare le calzature almeno due volte al giorno per permettere al piede di respirare ed evitare che il sudore possa causare vesciche o lesioni. 

Un’altra corretta abitudine da inserire nella routine quotidiana è la cura del piede. Le creme idratanti per il piede diabetico riducono la sensazione di prurito causato dalla secchezza della pelle, ripristinano la barriera cutanea e rafforzano i meccanismi naturali della cute. Un aiuto professionale e mirato può essere richiesto ad un podologo che saprà consigliare i prodotti più opportuni compatibilmente al tipo di problematica che si è venuta a creare.

Specialmente quando la pelle è molto secca è consigliabile usare delle creme leggere e di facile assorbimento a base di urea senza trascurare nessuna parte. Sia per trovare sollievo che per tenere la situazione sotto controllo, dopo aver lavato i piedi si può fare un delicato massaggio che non si limiti alla parte anteriore per prevenire o arginare solo i problemi alle unghie ma che comprenda anche i lati, i talloni e le piante.

Sotto il punto di vista farmacologico le cure più adeguate consistono nell’assunzione di antibiotici per contrastare le infezioni, trattamenti per migliorare la circolazione sanguigna, terapia del dolore e l’utilizzo di prodotti specifici per favorire la cicatrizzazione di eventuali tagli e lesioni. 

Il piede diabetico è sicuramente una delle conseguenze più spiacevoli della malattia e attenersi alle indicazioni e alle terapie del proprio medico è di importanza vitale. Questa patologia comporta spesso dei cambiamenti radicali nella vita delle persone che ne sono affette ma è importante mantenere sempre positività e ottimismo che, assieme alle terapie farmacologiche e alla prevenzione, sono due medicine che non falliscono mai.  

Probabilmente ti sei imbattuta in questo articolo per due motivi: ti è stato diagnosticato il diabete gestazionale oppure stai pensando ad una gravidanza e vuoi avere maggiori informazioni e sapere quali precauzioni adottare.

Essendo un periodo molto delicato della vita di una donna, è ovvio che ci si voglia preparare al meglio a questa condizione che, per quanto temporanea, può comportare delle problematiche di varia natura. Andiamo dunque a prendere in esame gli aspetti più importanti di questa patologia.


COS’È IL DIABETE GESTAZIONALE?

Il diabete gestazionale è una tipologia di diabete che colpisce solo le donne in dolce attesa e si manifesta, in alcuni casi, nelle prime fasi della gestazione ma più comunemente nel secondo o terzo trimestre.

Come altre forme di diabete, influisce sulla capacità di regolare i livelli di zucchero nel sangue e si sviluppa quando gli ormoni rilasciati durante la gravidanza influenzano la produzione di insulina da parte del pancreas. Questo meccanismo comporta l’incapacità dell’organismo di soddisfare le aumentate necessità dettate dallo stato gravidico e la possibilità che i valori della glicemia risultino aumentati. 


LE CAUSE DEL DIABETE GESTAZIONALE

Uno screening per il diabete gestazionale è raccomandato in presenza di specifici fattori di rischio e a tutte le donne che presentino anche solo una delle seguenti condizioni:

  • Diabete gestazionale durante un’altra gravidanza
  • Macrosomia del bambino dopo un precedente parto (se il bambino superava i 4,5 kg. di peso)
  • Obesità 
  • Familiarità con parenti di primo grado con il diabete di tipo 2
  • Età superiore ai 34 anni
  • Famiglia originaria di aree ad alta prevalenza di diabete (Asia meridionale, Caraibi, Medio Oriente)
  • Sindrome dell’ovaio policistico.
  • Pregresse malattie del pancreas quali tumori, traumi o rimozione dell’organo, altre malattie che danneggiano indirettamente il pancreas.
  • L’uso prolungato di alcuni farmaci tra cui diuretici, anti-rigetto, trattamenti per la polmonite, l’artrite reumatoide, il lupus, l’asma, la colite ulcerosa e per la riduzione del colesterolo LDL. A questi si aggiungono medicinali per la terapia di problemi di natura psichiatrica.

Trovandosi anche in una sola delle condizioni appena descritte è necessario sottoporsi a regolari esami che comprendano la valutazione della glicemia. Questi parametri sono indicativi della presenza di zucchero nel sangue e sono da considerarsi patologici quando:

  • La glicemia a digiuno è pari o superiore a 92 mg/dL
  • La glicemia a 60 minuti dal pasto è pari o superiore a 180 mg/dL
  • La glicemia a 120 minuti dal pasto è pari o superiore a 153 mg/dL

Esclusa l’eventualità che la gestante sia in terapia perché già affetta da questa patologia prima della gravidanza, i valori del diabete gestazionale appena riportati non devono essere ignorati e devono condurre verso l’inizio dei trattamenti più appropriati. Questo tipo di valutazione deve essere proseguita anche dopo il parto in quanto le donne con diabete gestazionale hanno maggiori probabilità di sviluppare successivamente il diabete di tipo 2. 


I SINTOMI DEL DIABETE GESTAZIONALE

È importante ricordare che, spesso, questa condizione è asintomatica o presenta sintomi lievi che non allarmano la gestante. Come già accennato non sempre appaiono dei segnali evidenti. La maggior parte delle donne scopre di aver sviluppato il diabete gestazionale solo alla fine del secondo trimestre nel momento in cui il ginecologo esegue un esame del sangue per capire se i livelli di zucchero nel sangue sono nella norma.

Nel caso in cui i sintomi si dovessero manifestare, essi sono i tipici segnali che dovrebbero far preoccupare chiunque. Tra questi ricordiamo:

  • Aumento ingiustificato della sete
  • Frequente bisogno di urinare
  • Diminuzione del peso nonostante l’aumento della fame e l’assunzione di pasti regolari
  • Disturbi della vista
  • Infezioni genitali frequenti (cistite, candidosi)
  • Secchezza della bocca e della pelle
  • Sensazione di stanchezza ingiustificata
  • Gonfiore e indolenzimento dei piedi.

Da non sottovalutare, tra i sintomi, anche la nausea e il vomito che potrebbero non essere presi in considerazione come campanelli di allarme, in quanto manifestazione comune delle donne incinte, specialmente nelle prime settimane.


I RISCHI DEL DIABETE GESTAZIONALE

Nella maggior parte dei casi, le donne con diabete gestazionale, portano a termine la gravidanza senza particolari problemi e partorendo bimbi perfettamente sani. Tuttavia, se non viene trattato adeguatamente può comportare dei rischi e delle complicazioni.

Aumento del peso del feto: l’aumento di zucchero nel sangue della mamma può essere trasferito al feto attraverso la placenta portando, alla nascita, ad un peso del bambino superiore alla norma. Questo comporta un travaglio complicato con maggiore dolore, lacerazioni vaginali, emorragie post-partum fino alla necessità di ricorrere al taglio cesareo, anche per evitare al nascituro il rischio di frattura o distocia della spalla. Inoltre, al momento del parto, il bambino potrebbe avere una crisi ipoglicemica e risentire della brusca diminuzione degli zuccheri nel momento del distacco dal cordone ombelicale, essendo stato abituato per molti mesi a vivere in un ambiente iperglicemico. Un’ultima conseguenza può essere la nascita di un bambino itterico.

Aumento del liquido amniotico: questa condizione, nota con il nome di polidramnios, consiste in una eccessiva quantità di liquido che circonda il bambino nel ventre materno e può portare ad un parto prematuro o a complicazioni durante il parto.

Pre-eclampsia: è una patologia che può svilupparsi durante la gravidanza, a prescindere dal diabete gestazionale ma è più possibile che si manifesti se la gestante ne è affetta. Si tratta di un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna (ipertensione) spesso accompagnata da significativa quantità di proteine nelle urine. Se trascurata la pre-eclampsia può causare nella mamma severi danni agli organi, soprattutto a cervello, reni e fegato. Le conseguenze più gravi nel feto sono, invece, un ritardo della crescita dovuto al malfunzionamento della placenta e la possibilità di un distacco prematuro della stessa con il rischio di un parto pretermine. 

Aborto spontaneo: le donne che sviluppano il diabete gestazionale corrono un pericolo significativamente più elevato di aborto spontaneo rispetto alle donne che non ne sono affette. Il diabete durante la gravidanza presenta delle similitudini comuni anche alla sindrome metabolica e   l’insulinoresistenza, le alterazioni della coagulazione e l’iperglicemia sono alcuni fattori potenzialmente legati sia all’aborto spontaneo che al diabete.

Più rara, invece, l’evenienza della morte del bambino al momento del parto o la nascita di un bimbo già morto.

COME SI CURA IL DIABETE GESTAZIONALE


Nella maggior parte dei casi la gestione del diabete gestazionale non richiede l’uso di farmaci. Ma ciò non significa che non debbano essere seguiti precisi accorgimenti: oltre all’autocontrollo dei livelli glicemici e al monitoraggio dello sviluppo fetale, una dieta adeguata e un programma di esercizio fisico quotidiano sono utili, da soli, a mantenere la glicemia entro i livelli ottimali.

La dieta da seguire in caso di diabete gestazionale è simile a quella che si dovrebbe seguire in una gravidanza normale con la differenza che, nel primo caso, deve aumentare la quantità di proteine. Per poter pianificare la dieta si consiglia di tenere un diario quotidiano su cui annotare cosa si mangia, l’attività fisica svolta e i valori della glicemia. Questa abitudine aiuta il diabetologo a valutare l’assimilazione di glucosio e a dare i consigli più opportuni anche sulla base del principio degli equivalenti. Questo principio si basa sull’assunzione di alimenti con caratteristiche simili che, essendo intercambiabili, consentono alla gestante di avere un’alimentazione più variata.

Tra i cibi da preferire:

  • Le proteine animali: sono necessarie alla crescita del bambino (carni bianche, pollame, pesce, uova, formaggi). Nel caso si sia vegetariani o vegani, è necessario chiedere al medico come rispettare la dieta.
  • Latte, latticini e yogurt: contengono calcio per la crescita delle ossa, proteine, vitamine e sali minerali. In presenza di intolleranza/allergia al lattosio è possibile chiedere al medico la prescrizione di un supplemento che integri quello che non può essere assunto con il latte e i suoi derivati.
  • Carboidrati: si possono assumere sotto forma di pane, riso, patate, pasta e nei cereali prediligendone le forme integrali.
  • Frutta: importante ricarica di sali minerali, vitamine e fibre. Essendo molto importanti soprattutto le vitamine A e C si consiglia l’assunzione di agrumi, meloni, fragole, frutti di bosco, albicocche, pesche, cachi e manghi.
  • Verdura: aggiunge le fibre all’apporto delle vitamine A e C. Sono quindi consigliabili spinaci, asparagi, cavolini di Bruxelles, cavoli, verze, pomodori, rape, carote, verdure verdi, broccoli.

I cibi da evitare:

  • Zucchero e zucchero di canna
  • Dolci come torte, pasticcini, caramelle, merendine e tutti i prodotti industriali simili
  • Frutta sciroppata, candita e mostarde
  • Salse contenenti zuccheri (ad esempio il ketch-up)
  • Cibi fritti e carni grasse, impanate o affumicate e le frattaglie
  • Bevande industriali (cola, aranciata, acqua tonica e simili) anche se dietetiche.
  • Alcol e superalcolici
  • Alimenti crudi o cotti solo esternamente
  • Condimenti grassi (burro, panna). Preferire sempre l’olio extravergine di oliva.

L’acqua deve essere consumata in abbondanza e può essere alternata a tè e tisane usando dolcificanti naturali quali la stevia o i vari tipi di malto.

In aggiunta alla corretta alimentazione è fondamentale svolgere una regolare attività fisica che, oltre ad aiutare a tenersi in forma e preparare alla nascita del bambino, aiuta ad eliminare gli zuccheri in eccesso e favorisce un migliore funzionamento dell’insulina prodotta dall’organismo. Nello scegliere le attività da svolgere tra i 30 e i 60 minuti al giorno sono da preferire gli esercizi aerobici a basso impatto come le passeggiate, il nuoto, la ginnastica acquatica, la cyclette. Il tutto, svolto, ovviamente, con moderazione e senza troppo sforzo. Per avere un aiuto anche psicologico e maggiormente rilassante si possono inserire, nel piano settimanale, anche pilates e yoga. 

Seguendo queste semplici ma fondamentali abitudini la gravidanza ha tutte le migliori chance di proseguire serenamente e di arrivare al momento del parto per potersi finalmente godere l’arrivo della nuova vita. 

Accade di frequente che il diabete di tipo 2 venga diagnosticato casualmente durante un check-up di routine essendo una malattia che si insinua lentamente e spesso senza sintomi. Alcuni dei suoi primi segnali, infatti, a volte vengono associati ad altre cause e la diagnostica è essenziale dato che il diabete, in tutte le sue forme, è una patologia che affligge milioni di persone in tutto il mondo e la sua diffusione è in continua ascesa. Per questi motivi la prevenzione è basilare, specialmente se si è già predisposti ad una forma di prediabete o se si è già affetti da diabete conclamato. In entrambi i casi è possibile gestire al meglio i trattamenti ed evitare le molteplici complicazioni che ne possono conseguire.

COS’E’ IL DIABETE DI TIPO 2 E DIFFERENZE CON IL DIABETE DI TIPO 1

Il diabete di tipo 2 è la forma di diabete più frequente ed è tipico dell’età matura. Le sue due caratteristiche principali sono una scarsa produzione di insulina e l’insulinoresistenza. Nel primo caso vi è un deficit di insulina che il pancreas non produce in maniera sufficiente per soddisfare le esigenze dell’organismo; nel secondo caso l’insulina viene prodotta ma non agisce in modo soddisfacente. La risultante di entrambi i casi è l’incremento dei livelli di glucosio nel sangue, comunemente conosciuto come iperglicemia. 

Le differenze tra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2 sono sostanziali e riguardano molti aspetti. Il diabete di tipo 1, al contrario del tipo 2, è caratteristico dell’età giovanile e colpisce soprattutto adolescenti e bambini anche se non è escluso che, in alcuni casi, possa manifestarsi in età adulta.


Contrariamente a quanto accade nel tipo 2, il diabete mellito di tipo 1 ha delle cause riconducibili a un problema immunitario e non ha alcun legame con le abitudini alimentari. L’insufficienza di insulina è causata dalla sofferenza o distruzione delle cellule beta delle isole di Langherans nel pancreas, il cui ruolo è quello di produrre insulina. Questa tipologia di diabete richiede l’utilizzo terapico di insulina biosintetica, che non sempre è necessaria nel tipo 2. 


CAUSE DEL DIABETE DI TIPO 2 

Le cause del diabete di tipo 2 vanno ricercate sia in fattori ereditari e ambientali che in fattori soggettivi. Grazie all’approfondimento di alcuni studi si è arrivati alla conclusione che esistono fattori di trasmissione ereditaria e che gli appartenenti ad alcune particolari etnie ne sono maggiormente esposti. A tutto questo si affiancano gli aspetti caratteristici di ogni singola persona. All’età, alla vita sedentaria e alle numerose pressioni della vita moderna si sommano fattori scatenanti come il sovrappeso e l’obesità. Quante volte succede che a causa di ansia, depressione e stress ad alti livelli tendiamo a “mangiare le nostre emozioni” sotto forma di snack, grassi e comfort food? Questo meccanismo può scatenare sensi di colpa sotto il profilo psicologico ma può essere il preambolo di problemi di salute molto più gravi. Se si aggiungono ipertensione, colesterolo HDL e trigliceridi ad alti livelli, si è decisamente nel range di persone a rischio di contrarre il diabete di tipo 2. Proprio per il fatto, come già accennato, che la diagnosi è spesso tardiva (di mesi ma addirittura di anni) c’è la possibilità che siano già in atto complicanze in stato avanzato. 

I SINTOMI DEL DIABETE DI TIPO 2

I primi indizi del diabete di tipo 2 sono molti ma si potrebbe non esserne a conoscenza. A volte vengono ignorati per paura e a volte vengono associati a cause diverse ma la sintomatologia è piuttosto precisa ed è quindi fondamentale parlare con il proprio medico e sottoporsi ad un check-up che comprenda, ovviamente, il controllo dei livelli di zuccheri nel sangue.

I sintomi del diabete di tipo 2 più noti sono:

  • Necessità di urinare spesso: poiché i livelli di glucosio nel sangue sono più alti della norma, i reni cercano di espellere lo zucchero in eccesso eliminando tutti i liquidi dal corpo.
  • Aumento della sete: è causato sia dalla dispersione di liquidi con le urine che dalla sensazione di secchezza alla bocca, che induce a bere di più.
  • Aumento della fame: si manifesta anche se si mangia regolarmente o si è finito da poco di mangiare perché le cellule non riescono ad utilizzare le risorse nutrizionali disponibili a causa dei ridotti livelli di insulina.
  • Perdita di peso immotivata: la frequenza della minzione causa la perdita di calorie sotto forma di zuccheri. Ne consegue la perdita di peso anche se non ci sono stati cambiamenti nel regime alimentare.
  • Stanchezza e spossatezza ingiustificate: l’organismo non riesce a sfruttare le energie date dal cibo. Inoltre, la minzione frequente causa disidratazione traducendola in ridotti livelli di energia.
  • Visione offuscata: quando i livelli di zucchero nel corpo sono troppo alti, la concentrazione mentale si riduce e causa problemi alla vista.
  • Dolori ai nervi e formicolio alle mani e ai piedi: l’aumento di glucosio nel sangue può causare danni ai nervi con conseguente dolore e gonfiore alle parti più estreme del corpo e può causare anche mal di testa ed emicranie.
  • Lenta guarigione di piaghe o ferite: ancora una volta sono gli alti livelli di zucchero che riducono la capacità del corpo di guarire e di cicatrizzare velocemente ferite e tagli.

In assenza di questi sintomi la diagnosi di diabete mellito di tipo 2 può essere formulata a seguito di un check-up di routine con il riscontro di elevati valori della glicemia. Si parla dunque di presenza della malattia se si rileva almeno una delle seguenti condizioni:

  • Glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dL
  • Glicemia superiore a 200 mg/dL in qualsiasi momento della giornata. Anche se la glicemia aumenta, specialmente dopo pasti ricchi di carboidrati, il suo valore non dovrebbe mai eccedere questa soglia.
  • Glicemia uguale o maggiore a 200 mg/dL durante una curva di carico. Questo tipo di test viene effettuato in regime ospedaliero dopo aver somministrato al paziente una nota e definita quantità di zuccheri e rilevando successivamente le variazioni dei valori della glicemia nel sangue a intervalli di tempo prestabiliti. 

Un ulteriore esame del sangue che può essere eseguito a scopo diagnostico è la misurazione dell’emoglobina glicata che, nei soggetti sani, non deve superare il valore percentuale del 6,5. A questo si deve aggiungere anche un regolare controllo del glucosio presente nelle urine.

In tutto questo la buona notizia è che il diabete di tipo 2 si può guarire, se preso per tempo e in assenza di complicazioni derivanti da una diagnosi tardiva.


 

COME CURARE IL DIABETE DI TIPO 2


Questo tipo di patologia colpisce le singole persone in modo diverso e per questo motivo la cura del diabete di tipo 2 è molto soggettivo. Data l’ampia disponibilità di farmaci per affrontarlo, non esiste un trattamento adatto a tutti. Quello che funziona per un paziente, potrebbe non funzionare altrettanto bene per un altro. Questo dipende da come il corpo reagisce alle terapie e sarà compito del diabetologo personalizzare la combinazione di medicinali da assumere.

I farmaci per il diabete 2 hanno diversi modi di agire ed includono:

  • Metformina: abbassa i livelli di glucosio nel sangue e migliora la risposta del corpo all’insulina
  • Sulfaniluree: migliora e aumenta la produzione di insulina
  • Glinidi: stimolano il pancreas a produrre più insulina
  • Tiazolidindioni: aiutano a migliorare la sensibilità all’insulina
  • Inibitori della dipeptidil-peptidasi 4: aumentano la secrezione di insulina e diminuiscono quella di glucagone, favorendo la riduzione della glicemia
  • Agonisti del recettore GLP-1: migliorano i livelli di zuccheri nel sangue attraverso il rallentamento della fase digestiva
  • Inibitori del SGLT2: impedisce ai reni di riassorbire il glucosio nel sangue e di trasferirlo alle urine. 

A seconda delle reazioni individuali, il medico può prescrivere uno o più farmaci e, nel caso non funzionino in maniera adeguata, decidere di inserire anche l’insulina nella terapia complessiva. I cambiamenti dei farmaci e del loro dosaggio dovrà essere attentamente monitorato fino alla completa stabilizzazione dei livelli di zucchero nel sangue.


LA DIETA CON IL DIABETE DI TIPO 2

Non bisogna però scordare che non solo i farmaci aiutano ad affrontare questa subdola malattia. Altre abitudini quotidiane, quali l’alimentazione e l’attività fisica, svolgono un ruolo importantissimo. Quando il diabete di tipo 2 viene diagnosticato spesso le persone si incolpano di avere fatto scelte di vita sbagliate in passato ma non ha più senso guardarsi indietro. L’importante è guardare avanti ed essere pronti ad affrontare uno stile di vita diverso e accettare i cambiamenti. 

La dieta per il diabete di tipo 2 non è complessa o restrittiva. L’apporto calorico giornaliero non deve essere diverso da quello di una persona sana a meno che non si sia in presenza di problemi di sovrappeso che costringono ad un regime ipocalorico.

Un’attenzione particolare va riservata all’assunzione di carboidrati che devono essere assunti giornalmente in quantità non inferiore ai 130 g. ma non superiore ai 300g.  e preferibilmente sotto forma di carboidrati complessi e fibre come nei legumi, nei vegetali, nei cerali integrali e nella frutta.

Le porzioni di frutta e verdura vanno consumate almeno 5 volte al giorno variando i colori e introducendo vari tipi di legumi almeno tre volte a settimana. Se si consumano pane e pasta è preferibile che siano integrali. È consigliabile consumare almeno due porzioni di pesce a settimana, preferire le carni bianche e magre, non assumere formaggi e latticini più di due volte a settimana. Il condimento ideale è l’olio di oliva, evitando i grassi saturi presenti in burro, panna, strutto. Inoltre, è importante bere molto durante tutta la giornata, con preferenza ad acque minerali ed evitando bibite gassate o, eventualmente, preferendo quelle dietetiche. Un’alternativa più salutare è scegliere di bere tè o tisane zuccherandole con stevia o altri dolcificanti naturali. Se si consumano bevande alcoliche è bene limitarne il consumo ad un bicchiere al giorno per le donne, a due per gli uomini. 

Da evitare sono i cibi e i pasti industriali preconfezionati con oli e grassi idrogenati, come biscotti, merendine, crackers. 

Da assumere occasionalmente sono miele e marmellate, cioccolata, primi piatti con condimenti troppo grassi, pizza e patate. 

È inoltre importante ricordare che è necessario porre una particolare attenzione al rispetto delle porzioni consigliate per non correre il rischio di un aumento ponderale. Viceversa, la scarsità delle porzioni, può provocare la comparsa di ipoglicemia. 

Infine, anche l’essere fisicamente attivi ha un ruolo fondamentale nella gestione della malattia e gioca un ruolo importantissimo per guarire dal diabete di tipo 2 in modo naturale. Lo svolgimento di qualche attività fisica giornaliera aiuta a controllare i livelli di glucosio nel sangue, abbassa la pressione, riduce il colesterolo LDL e i trigliceridi, aumenta il colesterolo HDL, rinforza la muscolatura, riduce il peso e, cosa più importante, favorisce notevolmente la sensibilità all’insulina.

Cominciare ad attuare questi cambiamenti e a pensare in termini di salute sarà sicuramente il modo migliore per affrontare la malattia al meglio e con un approccio, anche psicologico, più sereno e ottimistico.

Tutti dovrebbero mangiare più frutta e verdura a prescindere dalla loro condizione.
Probabilmente conosci già l’obiettivo di consumare cinque frutti al giorno e ciò è altrettanto importante se vivi con il diabete. Questo perché frutta e verdura sono associate a un minor rischio di malattie cardiache e alcuni tipi di cancro. Forniscono anche fibre, minerali e vitamine.


Da persona affetta dal diabete, potresti pensare che, dato il contenuto di zucchero della frutta, non è possibile per te mangiarla. Ciò è sbagliato: lo zucchero contenuto nella frutta fresca non conta tra gli zuccheri liberi, quindi non è questo tipo di zucchero che bisogna ridurre. Lo zucchero naturale contenuto nella frutta è diverso da quello libero contenuto nelle bevande, nel cioccolato, nelle torte e nei biscotti, così come nei succhi di frutta e nel miele.


La quantità di carboidrati presenti nel cibo ha un effetto diretto sui livelli di glucosio nel sangue. Una porzione di frutta, come una mela media, contiene generalmente da 15 a 20 g di carboidrati, un muffin al cioccolato ne contiene 55 g e una normale bevanda gassata da 500 ml arriva a ben 54 g di carboidrati. È meglio, quindi, ridurre l’assunzione di cioccolato, bevande zuccherate, torte e altri snack rispetto alla frutta fresca nel momento in cui si cerca di limitare l’assunzione di carboidrati per aiutare a gestire i livelli di glucosio nel sangue. Per le persone che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati, è importante identificare le fonti di carboidrati non salutari e ridurle quanto prima.



È molto improbabile che tu debba ridurre l’assunzione di frutta, ma potresti tenere un diario alimentare per controllare quanto spesso e quanta frutta stai mangiando. Molte persone mangiano la frutta di rado, ma tendono a mangiarne porzioni più grandi quando la consumano, così come alcune persone trovano che sia facile esagerare con la frutta secca, l’uva e la frutta tropicale. Se consideri che una porzione di frutta secca è pari solo a un cucchiaio e che contiene ben 20 g di carboidrati, puoi vedere con quanta facilità è semplice esagerare.


Fai attenzione anche alle dimensioni delle porzioni: una banana grande conta come una porzione e mezza di frutta e contiene circa 30 g di carboidrati. La maggior parte delle persone, tuttavia, necessita maggiormente di ridurre gli alimenti con zuccheri aggiunti e carboidrati raffinati piuttosto che la frutta fresca: una banana grande è migliore per la tua salute a lungo termine rispetto a una fetta di torta, che contiene circa 25 g di carboidrati. Ciò è in parte dovuto al fatto che la banana non contiene zucchero libero.



In che modo la frutta influisce sulla glicemia?


Poiché contengono carboidrati, i frutti aumentano il livello di zucchero nel sangue. Quindi è importante contare i carboidrati che ingerisci durante la giornate e bilanciarli con le proprie scelte di medicina, dieta e stile di vita. Se hai difficoltà a tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue, informa subito al tuo medico. Una porzione di frutta contiene circa 15 grammi di carboidrati, ma le dimensioni della porzione possono essere molto diverse a seconda del tipo di frutta. Ad esempio, puoi consumare 15 grammi di carboidrati con:

● 1 mela o banana media

● 1 tazza di more o lamponi

● 3/4 tazza di mirtilli

● 1 1/4 tazza di fragole intere

● 1 tazza di melone a cubetti

● 1/8 di tazza di uvetta


I carboidrati non sono l’unico numero da tenere a mente. L’indice glicemico (IG) misura il modo in cui un alimento influisce sulla glicemia. Gli alimenti più bassi sulla scala aumentano la glicemia lentamente, quelli in alto la sollevano rapidamente.


Mangiare principalmente cibi a basso indice glicemico può aiutarti a mantenere il controllo della glicemia, ma potrebbero non essere sempre indicati per te. Una barretta di cioccolato e una tazza di riso integrale possono avere lo stesso valore IG. Assicurati di tenere bene a mente la tua alimentazione quando scegli cosa mangiare.


Una porzione abbondante di un alimento a basso indice glicemico di solito aumenta il livello di zucchero nel sangue tanto quanto una piccola quantità di un alimento ad alto indice glicemico. Quindi gli esperti usano anche il carico glicemico (CG), una misura che coinvolge sia la dimensione della porzione che il numero IG, per fornire maggiori dettagli su questi effetti. Ad esempio, un’arancia ha un IG di 52 ma un carico glicemico di 4,4, che è basso. Una barretta di cioccolato con un IG di 55 può avere un CG di 22,1, che è alto.


Perché bisogna stare attenti a succhi di frutta e frullati?


Il consumo di succhi di frutta e frullati è bene che sia evitato o almeno ridotto. Questo perché i succhi di frutta e i frullati hanno la maggior parte delle fibre rimosse o già scomposte, quindi è molto facile berne grandi quantità in un breve lasso di tempo – e in definitiva questo significa maggiori calorie e carboidrati. Contenere meno fibre intatte significa che succhi di frutta e frullati non sono così benefici per il corpo rispetto alla frutta fresca.


Una porzione di succo di frutta – 150 ml (e la maggior parte dei bicchieri delle persone a casa ne conterrà più di questa quantità) – fornisce circa 15 g di carboidrati che contano tra lo zucchero libero, quindi puoi vedere quanto sia facile assumere molti carboidrati e zucchero libero senza davvero accorgertene.




Modi sani per mangiare frutta


Piccoli passi possono fare una grande differenza nei livelli di zucchero nel sangue. Ecco alcuni consigli per consumare la frutta in modo sano:


● Controlla le dimensioni delle porzioni, soprattutto con la frutta secca. Due cucchiai di uvetta hanno la stessa quantità di carboidrati di una piccola mela.

● Scegli frutta fresca o surgelata quando puoi. La frutta lavorata come la salsa di mele e la frutta in scatola sciroppata o il succo spesso contengono più carboidrati e possono aumentare il livello di zucchero nel sangue più della frutta fresca.

● Quando mangi frutta secca o lavorata, controlla l’etichetta. Molti hanno zucchero aggiunto e le porzioni possono essere molto piccole.

● Fai attenzione con il succo di frutta. È ricco di carboidrati: 240 ml di succo di mela contengono 29 gr di carboidrati e non ci sono fibre che consentono di rallentare la digestione e prevenire picchi di zucchero nel sangue come, invece, avviene con la frutta fresca. La ricerca collega, inoltre, il consumo di molti succhi di frutta con un rischio più elevato di diabete di tipo 2.

● Distribuisci il consumo di frutta durante la giornata: invece di due porzioni a colazione, consumane una a colazione e un’altra a pranzo o come spuntino.



A quanto ammonta una porzione di frutta?


Come guida, una porzione di frutta fresca è quella che sta nel palmo d’una mano adulta. Ecco una piccola guida alle porzioni in base alla tipologia di frutta.


Frutta fresca di piccola pezzatura

Una porzione è composta da due o più piccoli frutti, ad esempio due prugne, due kiwi, tre albicocche, sei litchis, sette fragole o 14 ciliegie.

Frutta fresca di media grandezza

Una porzione è un frutto, come una mela, una banana, una pera, un’arancia o una nettarina.


Grande frutta fresca

Una porzione è mezzo pompelmo, una fetta di papaya, una fetta di melone (fetta di 5 cm), una fetta grande di ananas o due fette di mango (fette di 5 cm).


Frutta secca

Una porzione di frutta secca è di circa 30 g. Si tratta di un cucchiaio colmo di uvetta, ribes o uva sultanina, un cucchiaio di frutta mista, due fichi, tre prugne o una manciata di chips di banana secca.


Frutta in scatola in succo naturale


Una porzione è più o meno la stessa quantità di frutta che mangeresti per una porzione fresca, come due metà di pere o pesche, sei metà di albicocche o otto spicchi di pompelmo in scatola.


Frutti più sani per le persone con diabete


Tutti i frutti hanno vitamine, sostanze fitochimiche e altre proprietà che li rendono buoni e sani per l’organismo, Alcuni, inoltre, hanno maggiori probabilità di ridurre le tue possibilità di malattie croniche:


● More. Una tazza di bacche crude ha 62 calorie, 14 grammi di carboidrati e 7,6 grammi di fibre.


● Fragole. Una tazza di fragole intere ha 46 calorie, 11 grammi di carboidrati e 3 grammi di fibre.


● Pomodori. Una tazza di pomodori a fette o tritati ha 32 calorie, 7 grammi di carboidrati e 2 grammi di fibre.


● Arance. Un’arancia media ha 69 calorie, 17 grammi di carboidrati e 3 grammi di fibre

Frutta a basso indice glicemico


La fibra contenuta nella frutta fresca aiuta a mantenerne la maggior parte a un livello basso della scala IG (55 o inferiore). Esempi includono:
● Mele
● Arance
● Banane

● Mango
● Pere

Frutta ad alto indice glicemico


Alcuni frutti si trovano all’estremità superiore della scala IG (70 o superiore) e sono meno indicati per le persone affette da diabete. Questi includono:
● Ananas
● Anguria



Come posso aumentare il consumo di frutta?


La varietà è importante poiché i diversi frutti colorati contengono la propria miscela di vitamine e minerali, quindi scegli il maggior numero possibile di tipi diversi. Scegli frutta di stagione per mantenere bassi anche i costi.

Mele, clementine, banane e rabarbaro sono buone fonti di vitamina C, che è utile per rafforzare il sistema immunitario e la guarigione delle ferite.
L’uva passa secca è una fonte di ferro. Il rabarbaro contiene anche il calcio necessario per la formazione delle ossa.

Le mele possono essere cotte con un pizzico di cannella per avere un sapore più deciso e gradevole. Anche le banane possono essere cotte o congelate per un’ora o due e poi portate fuori per essere schiacciate in un gelato sano.

Infine, ricorda di distribuire l’assunzione di frutta durante il giorno in modo da non mangiare molti carboidrati tutti in una volta, il che potrebbe influenzare i livelli di glucosio nel sangue dopo aver mangiato.

I dessert possono essere una grande complicazione quando si vive con il diabete. Qualche volta puoi concederti un dessert zuccherino come tutti gli altri, ma non può essere sempre così. Molto spesso è un’opzione migliore scegliere un dolce per diabetici a basso contenuto di carboidrati che non incida sulla glicemia.

Per fortuna, ci sono molte deliziose ricette di dessert a basso contenuto di carboidrati e di zuccheri tra cui scegliere.

All’interno di questo articolo troverai i migliori consigli, nonchè ricette, di alcuni deliziosi dolci pensati appositamente per diabetici, ma perchè no, anche per chi vuole stare attento alla linea.

Quali cibi dolci può mangiare un diabetico?


Una persona diabetica deve adottare una dieta bilanciata che comprenda tutti i nutrienti necessari alla salute dell’organismo, ma facendo attenzione al carico di carboidrati e alla quantità di zuccheri semplici assunti durante la giornata che incidono sull’aumento della glicemia.

In generale, secondo gli esperti, la quantità giornaliera di carboidrati tollerata dai diabetici è compresa tra i 130 e i 300 g/die (45-60% delle kcal totali), preferibilmente proveniente da carboidrati complessi e fibre alimentari quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta. Tuttavia – al contrario di quanti molti pensano – frutta e dolci, benché contengano alte dosi di carboidrati, si possono mangiare stando attenti alle quantità, alla qualità e al tipo di
zucchero contenuto.


Durante la preparazione dei dolci è bene preferire gli ingredienti con un minor indice glicemico, come ad esempio le farine integrali. I preparati, inoltre, dovrebbero essere poco o per niente zuccherati (in alternativa è possibile utilizzare dei sostituti dello zucchero, come la Stevia). Si possono utilizzare anche confetture senza zuccheri aggiunti per la farcitura. È meglio anche evitare la frutta candita e disidratata perchè è un concentrato di zuccheri.

Concessa la frutta secca, come noci, mandorle e nocciole. Attenzione, infine, ai dolci liquorosi: l’alcol contiene zuccheri.

Dolci per diabetici: ecco alcuni esempi


Credo fermamente che le persone che convivono con il diabete possano gustare occasionalmente anche un dessert ad alto contenuto di carboidrati. A volte, gustare quello specifico dolce che hai sempre sognato è più importante di avere una glicemia perfetta. Tuttavia, ci sono molti modi per creare deliziosi dessert che sono (relativamente) a basso contenuto di carboidrati e senza zucchero. Perché non provare alcune di queste ricette e gustare un ottimo dessert? I dessert di questa lista hanno tutti max. 20 grammi di carboidrati per porzione e alcuni di loro ne hanno molti meno.


Torta di mele senza zucchero




Ingredienti:

● 2 basi per torta di pasta sfoglia

● 3 cucchiai di amido di mais

● 1 cucchiaio di cannella in polvere

● 350 ml di succo di mela non zuccherato

● 4 mele verdi a fette

● q.b. burro




Procedimento:

  1. Porre le mele e il succo di mela in una padella larga. Portare a ebollizione, ridurre la fiamma, coprire e cuocere a fuoco lento per circa 5 minuti.
  2. Sciogliere l’amido di mais in acqua. Mescolare delicatamente l’amido di mais nella miscela di mele.
  3. Portare a ebollizione, ridurre la fiamma, coprire e cuocere a fuoco lento per 10-15 minuti o fino a quando le mele iniziano ad ammorbidirsi.
  4. Mescolare la cannella e lasciare raffreddare il ripieno a temperatura ambiente.
  5. Mettere una base di pasta sfoglia in uno stampo per torta.
  6. Versare il ripieno di mele nello stampo, distribuire uniformemente e coprire con la base superiore.
  7. Infornare a 175°C per 45 minuti.
  8. Spennellare la parte superiore con burro fuso dopo la cottura.



    Ciambellone dietetico


    Ingredienti:

    ● 2 tazze di farina integrale

    ● Alternativa allo zucchero = equivalente a 1 3⁄4 tazze di zucchero. (ad es. Stevia

    ● 2 cucchiaini di lievito in polvere

    ● 1⁄2 cucchiaino di sale

    ● 2 cucchiaini di estratto di vanigli

    ● 1 uovo sbattuto

    ● 2 cucchiai di burro ammorbidito

    ● 1 tazza e 1⁄4 di latte intero o altro liquido simile

    ● Facoltativo: condimenti, se necessario, come cannella (non zuccherata)


    Procedimento:
  1. Preriscaldare il forno a 175°C e preparare una padella antiaderente.
  2. In una terrina, unire insieme la farina integrale, l’alternativa allo zucchero, il lievito e il sale. Mettere da parte.
  3. Ora, in un’altra terrina, sbattere insieme l’estratto di vaniglia, l’uovo e il latte. Versare questa miscela nella miscela secca un po’ alla volta, mescolando bene. Mescolare fino a ottenere un composto omogeneo.
  4. Versare l’impasto nelle padella preparata. Cuocere per 18-20 minuti o fino a quando inserendo uno stuzzicadenti nell’impasto non risulterà pulito.
  5. Lasciar raffreddare e, infine, decorare a piacere, per esempio, con una spolverata di cannella.


    Yogurt per diabetici

    Lo yogurt è una sana fonte di carboidrati, proteine, grassi e batteri buoni. Tuttavia, ad eccezione delle varietà semplici, esso può anche essere pieno di zuccheri aggiunti o dolcificanti artificiali. Se hai il diabete, è importante fare attenzione, ma questo non significa che devi rinunciarci, a patto che tu sappia quale tipologia scegliere e quale evitare.

    Se hai il diabete, è consigliabile optare per lo yogurt greco o lo yogurt islandese (chiamato anche skyr). Durante la preparazione di queste due tipologie, una parte del siero di latte viene rimossa, creando un prodotto denso e ricco di proteine con circa un terzo dei carboidrati rispetto ad altri tipi di yogurt. Hanno anche livelli più bassi di lattosio (circa il 5%), il che li rende più digeribili, soprattutto per le persone con intolleranze.


    Ecco le tipologie di yogurt più indicate per i diabetici:

    ● Yogurt greco

    ● Yogurt islandese (Skyr)

    ● Yogurt semplice non aromatizzato

    ● Kefir

    ● Yogurt probiotico

    ● Yogurt vegetale

Panettone per diabetici


Ingredienti:

● 125 ml (1/2 tazza) di latte caldo

● 1 cucchiaio di lievito in polvere

● 3 uova + 1 per la glassa

● 3 cucchiai di Stevia

● 60 g (4 cucchiai) di burro non salato o olio di cocco sciolto

● la scorza di 1/2 arancia

● 2 cucchiaini di estratto di arancia senza zucchero

● un pizzico di sale marino

● 1 cucchiaio di spezie miste (o spezie di zucca)

● 425-450 g (circa 3 1/2 tazze) di farina integrale o di farro integrale

● 2 cucchiai di buccia d’arancia o di clementina tritata finemente

● 100 g (1/2 tazza) di uvetta senza zucchero



Procedimento:

  1. Mescolare il latte caldo e il lievito e lasciar fiorire per 5 minuti.
  2. Sbattere insieme le uova, la Stevia, il burro fuso, la scorza d’arancia e l’estratto di arancia, quindi incorporare la miscela di lievito e latte.
  3. Usare un cucchiaio di legno o una planetaria dotata di gancio per impastare e mescolare il sale, le spezie e la farina fino a ottenere un impasto liscio (aggiungere più farina se necessario, o un po’ più di latte se è molto secco).
  4. Impastare per 3-4 minuti, quindi aggiungere la buccia d’arancia e l’uvetta. Se a questo punto l’impasto diventa molto appiccicoso, aggiungi dell’altra farina: dovrebbe essere morbida, ma non super appiccicosa.
  5. Mettere il tutto in una ciotola leggermente unta, coprire con pellicola trasparente o uno strofinaccio e lasciare lievitare per 1 ora e mezza.
  6. Trascorso questo tempo, impastare nuovamente un paio di volte e formare una palla. Mettere il tutto in una tortiera profonda 18 cm leggermente unta e lasciare lievitare per altri 30 minuti-1 ora . Nel frattempo, preriscalda il forno a 180 °C.
  7. Quando l’impasto sarà lievitato e il forno sarà ben caldo, spennellare la pagnotta con l’uovo in più sbattuto con un goccio d’acqua o di latte e cuocere in forno per 35-45 minuti, finché non sarà lievitata, dorata e soda. Lasciar raffreddare completamente prima di togliere dallo stampo, quindi spolverare con farina di cocco o zucchero a velo, se gradito, prima di servire.